EDITORIALE – Oggi, come ogni 20 novembre da ormai trenta anni, si celebra la Giornata Mondiale dei diritti dei bambini.
Esattamente il il 20 novembre 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata in Italia il successivo 29 maggio del 1991. La Convenzione, composta da 54 articoli, si basa su quattro principi ispiratori: non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e rispetto per l’opinione del minore.
Negli articoli 28 e 29, tra l’altro, si riconosce il diritto dei bambini e delle bambine all’educazione: gli Stati che hanno firmato la convenzione si impegnano ad adottare misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.
L’educazione dei bambini e delle bambine deve avere le seguenti finalità:
favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità; sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite; sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del paese nel quale vive, del paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua; preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona; sviluppare nel fanciullo il rispetto dell’ambiente naturale.

Può sembrare superfluo ribadirlo ma è necessario sapere che ancora oggi, tanti bambini e adolescenti, anche nel Belpaese, sono vittime di violenze o discriminati, o vivono in condizioni di grave disagio. Tanti soffrono ancora la fame, la privazione degli affetti dei genitori e non frequentano la scuola. Giova ricordare che sulla scorta della Convenzione ONU, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nel 2018 ha redatto una Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori.
Sono dieci articoli che sanciscono altrettanti diritti dei bambini e ragazzi coinvolti nel difficile periodo della separazione o del divorzio dei genitori.
Il documento, che promuove la centralità dei figli proprio nel momento della crisi della coppia, precisa che i bambini e i ragazzi hanno diritto a preservare le relazioni familiari, a non esser separati dai genitori, a mantenere rapporti regolari e frequenti con ciascuno di essi e, soprattutto, a essere ascoltati sulle questioni che li riguardano.
