LAURIA (PZ) – Tra le luci e le ombre dell’Amministrazione Pittella, il Consiglio Comunale del 24 luglio 2023 rappresenta sicuramente un elemento in chiaro i cui effetti positivi si riverberanno anche negli anni successivi.
L’approvazione del regolamento istitutivo del consiglio comunale dei ragazzi ma soprattutto il regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, cui ho collaborato attivamente come advisor del Sindaco ed esponente della maggioranza, saranno un lascito duraturo per la nostra comunità in ambiti che travalicano la politica spicciola del “qui e ora” e che incidono, in prospettiva, sulle prossime generazioni e si innestano in un sistema “rivoluzionario” della gestione dei beni materiali e immateriali della nostra comunità.
Fa specie, allora, che le opposizioni, pure ampiamente coinvolte nella redazione delle bozze regolamentari attraverso un lavoro collettivo che si è dipanato per oltre un anno e con i testi via via emendati messi a disposizione dei consiglieri comunali, si siano allontanate al momento del voto e si siano astenute e non abbiano votato né discusso nel merito delle questioni.
Il regolamento approvato, infatti, è un testo stratificato che parte dallo schema tipo elaborato da Labsus, il Laboratorio per la sussidiarietà, e che è stato successivamente limato dai singoli, dalle associazioni e dagli uffici comunali per renderlo adatto alle esigenze specifiche della comunità lauriota.
Fa specie che le opposizioni ignorino che con l’approvazione dell’art. 55 del Codice del terzo settore e con la sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 2020 si sia compiuta una rivoluzione “copernicana” nei rapporti tra pubblico e terzo settore.
O che sottovalutino l’idea che si possa costruire insieme interventi di pubblico interesse, intesi come uno dei traguardi più sentiti da chi ritiene necessario ripensare radicalmente il modo con cui sono realizzate le politiche pubbliche ed è impostato il rapporto tra istituzioni e cittadini.
O, infine, che non riconoscano che attraverso la co-progettazione si afferma “un nuovo concetto di condivisione tra pubblico e terzo settore che non riguarda solo gli intenti, ma anche le risorse e l’impegno congiunto a raggiungere obiettivi condivisi.”.
Gli strumenti regolamentari approvati ieri realizzano direttamente valori essenziali di rango costituzionale quali la centralità della persona, la solidarietà e la sussidiarietà orizzontale.
Vale la pena rimarcare che “nel sistema democratico delineato dalla Costituzione e in particolare negli artt. 2, 3, 4, 38 e 118, infatti, l’azione pubblica non detiene l’esclusivo monopolio dello svolgimento di attività di interesse generale”. Queste ultime, infatti, “possono essere perseguite anche da una autonoma iniziativa dei cittadini che, in linea di continuità con quelle espressioni della società solidale, risulta ancora oggi fortemente radicata nel tessuto comunitario del nostro Paese”.
Parafrasando gli obiettivi e le finalità immaginate da Labsus a livello nazionale, possiamo dire che il regolamento adottato ieri è destinato a cambiare radicalmente le forme della cittadinanza a Lauria, con effetti sicuramente incisivi dal punto di vista della realizzazione di una maggior democrazia sostanziale, del miglioramento della convivenza civile, delle condizioni materiali di vita.
Tutto ciò sia di stimolo e di pungolo, in positivo, per l’amministrazione comunale guidata da Gianni Pittella, finora ancora troppo pavida nell’approvazione di altrettanti importanti norme comunali che la caratterizzerebbero, in Basilicata e forse in tutto il Mezzogiorno d’Italia, tra le più innovative e progressiste.
Giacciono, infatti, nei cassetti del Sindaco, per colpa di una maggioranza consiliare che non sa osare né interpretare il sentire popolare, la PdL regionale sul suicidio medicalmente assistito, la mozione sulle registrazioni degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali e, ancora, l’inserimento nello Statuto comunale della previsione di una Commissione Pari Opportunità.