Lauria, con le sue peculiarità paesaggistiche e culturali, con le sue tradizioni e la sua storia

EDITORIALE – Amo il mio Paese. Il legame con la propria terra natia è un sentimento che nasce con noi, cresce man mano durante gli anni dell’infanzia e della giovinezza, esplode negli anni della maturità e della vecchiaia.

Mi incanto spesso ad ammirare alcuni scorci bellissimi, che fanno parte della mia vita da sempre. Volgendo lo sguardo verso l’alto, oltre alle splendide vette del Sirino non posso non rimanere incantata dalla visione del colle Armo con il santuario dell’Assunta e del castello Ruggero, recentemente restaurato. Oggi, il colle Armo e il Castello sono visibili anche di notte dall’intera Valle del Noce, grazie a potenti fari che li illuminano.

 Questi scorci hanno fatto da cornice alla mia esistenza. Guardandoli, come in una pellicola di un film in bianco e nero si presentano nella mente, in maniera nitida, fotogrammi della mia vita, che mi emozionano e mi inducono a meditate riflessioni. E’ forse questo legame profondo con le proprie radici che rende il luogo natio unico e straordinario.

Mi è capitato più volte di trascorrere brevi soggiorni a Milano, una bella città: ordinata, discreta, funzionale. Viverci per un po’ di tempo è piacevole, specialmente se si può godere della vicinanza dei propri familiari.

Ma poi…dopo un po’ di giorni mi assale la nostalgia del mio Sud, della mia Terra, della mia Lauria! Il pensiero va alla mia valle, ai miei monti, alle piazze e ai vicoli del mio paese, alle chiese con i loro campanili, alle persone che vi abitano, al senso radicato dell’amicizia e del rispetto. E’ questo il luogo dove voglio vivere, dove lo sguardo e il sorriso di un amico rendono più luminosa una giornata uggiosa e triste.

Ammiro il fervore e l’operosità di tante associazioni culturali, che danno dinamismo alla nostra comunità e concorrono a creare rapporti di amicizia e scambi sociali.

Non possiamo, tuttavia, ignorare lo spopolamento di questi nostri paesi negli ultimi decenni. I giovani partono per continuare il loro percorso scolastico e non tornano più. Il nostro Sud, escluso da politiche di sviluppo sociale ed economico, non offre opportunità di lavoro e prospettive di vita gratificanti.