Lauria, consiglio aperto per dire no alla violenza contro le donne.

Si è svolto ieri pomeriggio un consiglio aperto a Lauria avente come unico punto all’odg: “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”; partecipato, numeroso ed interessante per la discussione e la qualità degli interventi. “Una piaga sociale sulla quale le istituzioni – dice il Sindaco Lamboglia- non possono e non devono restare indifferenti. Ognuno, per propria competenza, deve contribuire ad attenzionare quei piccoli segnali che se trascurati possono sfociare in tragedie. Partecipazione e confronto sono elementi fondamentali per contrastare un fenomeno che purtroppo colpisce la nostra società”.

Unico neo la mancata partecipazione maschile all’evento come fanno presenti più relatori e relatrici dal tavolo e dalla platea.

Apertura del Presidente del Consiglio Chiarelli che passa la parola al Sindaco e alla Viceconti per le due relazioni introduttive. Il Sindaco dopo i saluti parla dei passaggi legiferativi, dell’impegno comunale dal primo odg della consigliera Scavo nel 2014, dell’installazione del “masso” dedicato a Maria nella villa comunale di superiore e invita ad una discussione aperta e ricca di riflessioni e di quanto ancora c’è da fare e lo precisa nell’intervento conclusivo chiedendo anche con forza l’equilibrio e le commissioni di genere al 50%.

La Viceconti denuncia la l’elevata disoccupazione femminile come causa di poca autonomia che porta ad una società sommersa e quindi la mancata denuncia come effetto di codesta sudditanza, parla del piano regionale e delle sue 3P (prevenzione, protezione e persecuzione) e traccia nel suo intervento un monito alla strada che ancora bisogna percorrere. La parola a Maria Filomena Desina che dopo aver accennato a dati e statistiche parla dell’importanza degli sportelli e dei centri ascolto e di come una società che fallisce quando risponde con le case rifugio.

“Il 25 novembre deve esser una presa di posizione -dice la Desina- oggi perlomeno si sa a chi far riferimento. Se oggi una donna ha subito una violenza sa dove andare. Quindi la prima lotta è mantenere le strutture”.

Due video spot “questo non è amore” e “protocollo EVA” a supporto degli ispettori Labanca e Carlomagno della Polizia di Stato i quali hanno riferito che il fenomeno, negli anni sottovalutato, oggi viene rivalutato e l’utilizzo del codice rosso è una prima risposta dello Stato. La polizia chiede di segnalare, di acuire la propria umanità e di tenere alta la guardia su questo fenomeno.

L’Arbia fa presente, nella sua relazione, che del tema devono farsi carico le Istituzioni, che i mezzi ad oggi non sono sufficienti e che sono anni in cui non partecipa in prima persona ad eventi di questo genere, poiché “queste manifestazioni si prendono impegni e mai si portano avanti, le mie esperienze mi confermano le opinioni: siamo in ritardo. Più che codice rosso è allarme rosso”.

“Personalmente ho scritto moltissime sentenze – riferisce il giudice Silvana Arbia- su casi di violenza devastante contro donne di diversa età (persino bambine di 5 anni) e di diversificate condizioni. Ho dovuto controllare emozioni, rabbia e dolore per le vittime, perché i processi, svolti con professionalità e nel rispetto delle garanzie, sono necessari per restituire dignità alle vittime e garantire loro giustizia e riparazione, e questa necessità ci motiva e sostiene nell’immane lavoro di chi opera in questo campo.”

A seguire gli interventi dei consiglieri Nicodemo, Osnato, Cresci, Ielpo e numerosi gli interventi dalla platea a nome personale o a nome delle associazioni del territorio che tanto si prodigano sul tema e che hanno con forza detto che serve coadiuvare tutte le forze per prevenire e sensibilizzare sul tema, ascoltare maggiormente le donne, sere una rivoluzione culturale e serve tanta informazione e formazione, collaborazione, riflettere sulla cultura del rispetto, rendere la donna consapevole. L’assessore Carlomagno ha fatto riferimento alla differenza salariale e alla discriminazione nelle opportunità.

La Vicesindaco Gagliardi ha fatto presente di aver “ascoltato dati e statistiche vergognose, una società che pare stia involvendo e che questi dibattiti devono esser indirizzati agli uomini. Viviamo in un mondo omertoso. Si parla spesso di donne, tra donne e con le donne, i nostri interlocutori devono esser gli uomini.” La Gagliardi cita l’intercalare “pare brutto” cioè il pudore che si aggira tra le mura domestiche e invoca la solidarietà femminile per abbattere questa violenza.