Domani, 10 aprile, presidi in tutta Italia dalle 10 alle 12 organizzati da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil per sollecitare modifiche sostanziali al decreto. No secco dei sindacati alla deregulation dei voucher in agricoltura
POTENZA – Chiedono con forza a governo e parlamento di modificare il Decreto Sostegni poiché “discrimina il mondo del lavoro agricolo” i sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che hanno indetto per domani una mobilitazione nazionale in tutta Italia davanti alle prefetture. In Basilicata previsti due presidi dalle 10 alle 12 a Potenza in Piazza Mario Pagano e a Matera in Piazza Vittorio Veneto.
I sindacati del comparto agricolo lamentano la mancanza di misure in favore dei braccianti agricoli e parlano di “gravi discriminazioni perpetrate a danno di un milione di lavoratori agricoli che ancora una volta sono stati esclusi dal diritto a qualsiasi sostegno, malgrado abbiano subìto la perdita di milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza Covid-19”. Preoccupazione anche per la ventilata modifica ai voucher in agricoltura, con i sindacati schierati contro ogni ipotesi di semplificazione e deregolamentazione, e per i ritardi che continuano a registrarsi sul fronte dei rinnovi dei contratti provinciali agricoli.
Per i segretari lucani Vincenzo Cavallo, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello “migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano nei comparti agricolo, florovivaistico e agrituristico sono allo stremo. Il sostanzioso taglio alle giornate lavorative provocato dalla crisi sanitaria ed economica sta spingendo molte famiglie nell’area della povertà.
Alla luce di queste difficoltà – continuano i sindacalisti di Fai, Flai e Uila – ancora una volta giudichiamo incomprensibile il mancato inserimento nel Decreto Sostegni di misure specifiche per questa platea di lavoratori”.
I sindacati chiedono in particolare: la garanzia per il 2020 delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019 ai fini della tutela assistenziale e previdenziale; un bonus per i lavoratori stagionali dell’agricoltura che sia compatibile con il reddito di emergenza; l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi; tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi (es. Xylella e cimice asiatica); il riconoscimento di una cassa integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca.
Fai, Flai e Uila guardano anche oltre l’emergenza con la richiesta di inserire una clausola di condizionalità sociale nella politica agricola comune “per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali”.