Legambiente Maratea avvia il progetto di rimozione delle “Reti fantasma”

MARATEA (PZ) – Le reti fantasma sono resti di reti da pesca abbandonate che normalmente rimangono invisibili e che giacciono sui fondali.

Queste reti, sono i rifiuti maggiormente rinvenuti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: una volta abbandonate, infatti, le attrezzature da pesca “continuano a pescare” e sono strumenti di morte, soffocano i fondali chiudendo le tane di organismi specifici come aragoste, corvine, cernie e distruggono le forme di vita bentonica, con il risultato che ogni anno circa 100.000 mammiferi muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o ingestione dei relativi frammenti.

Come se questo non bastasse, le reti rappresentano una nuova fonte di inquinamento: se una volta, infatti, erano realizzate con la canapa o il cotone, oggi è la fibra sintetica derivante dalla plastica il principale materiale utilizzato, che impiega centinaia di anni per decomporsi. Il fenomeno non è certo recente. In secoli di storia marinara le reti abbandonate dai pescatori hanno trovato dimora un po’ dappertutto. La differenza sta oggi nella crescita delle flotte di pescherecci e nell’uso di tecniche di pesca sempre più aggressive.

La rete recuperata era stata già individuata mesi fa, ma a causa della sua posizione, è stata rimossa non appena le condizioni meteo marine lo hanno permesso; quest’ultima si trovava all’uscita della condotta di Ogliastro, ad una profondità di circa 35 m e una volta recuperata è risultata essere lunga circa 150m.

Un ringraziamento particolare va alla ditta Lavori Subacquei Maratea di Manuel Chiappetta, che con il suo intervento ha permesso il recupero della rete. Questo tipo di operazione è stata effettuata a profondità proibitive per la subacquea ricreativa, comportando l’impegno di subacquei tecnicamente preparati con esperienza e professionalità e l’apporto di mezzi di superficie adatti a prestare l’assistenza necessaria.

Abbiamo avuto in questa occasione il privilegio di poter liberare dei crostacei destinati a morte certa. Splendidi esemplari di Magnosa: Scyllarides latus specie rara e protetta inserita nella Direttiva Habitat per la salvaguardia della biodiversità, rimaste intrappolate nella rete, a testimonianza della pericolosità di queste reti sommerse.

Doverosi i ringraziamenti: alla Regione Basilicata, all’ ARPA Basilicata e al suo direttore Donato Ramunno presente con noi durante il recupero, alla Capitaneria di Porto di Maratea, al Comune di Maratea, a Manuel Chiappetta, al volontario di Legambiente Mimmo Dammiano e alla Naturalista Zoologa.

Dalla pagina Facebook di Legambiente Maratea, un breve video nel quale il presidente Giuseppe Ricciardi spiega l’iniziativa. CLICCA QUI