Di Maurizio Bolognetti, (in sciopero della fame dalle ore 23.59 del 14 aprile per chiedere verità su 15 mesi di emergenza sanitaria fattasi emergenza democratica)
LATRONICO (PZ) – Egregio Ministro,
prima di arrivare alle ragioni di questa mia missiva mi consento di ricordare, in primis a me stesso, quel che affermava nell’aprile del 2020 la Commissaria Onu ai diritti umani, Michelle Bachelet: “I governi non dovrebbero usare i poteri di emergenza come arma per mettere a tacere l’opposizione, controllare la popolazione o rimanere al potere”.
La Bachelet, inoltre, invitava i governi a “limitare nel tempo le misure eccezionali, al fine di evitare una catastrofe per i diritti umani”.
Da 15 mesi questa crisi sanitaria viene gestita con poteri da stato di guerra. Attoniti assistiamo a una surreale discussione sul coprifuoco alle 22 o alle 23. Sono stati 15 mesi costellati dall’assunzione di provvedimenti incostituzionali; penso, per esempio, al reiterato ricorso allo strumento del DPCM.
Signor Ministro, non solo non vediamo al momento un’uscita da questo “tunnel”, ma il nostro Stato ha introdotto, nel giro di pochi giorni a mezzo Decreto, norme ricattatorie e ingiustificabili, quali quelle previste dall’art. 4 del Decreto 44/2021 e dall’art. 9 del cosiddetto “Decreto riaperture”.
Per ciò che concerne l’introduzione dei cosiddetti “Certificati verdi”, non posso che ribadire che questo odioso provvedimento è inaccettabile, discriminatorio e per di più privo di adeguate pezze d’appoggio scientifiche.
Da cittadino di questa Repubblica non posso che ribadirle che non voglio e non posso assoggettarmi a una legge ingiusta e pericolosa che rischia di creare cittadini di serie A e cittadini di serie B.
E’ per queste ragioni che nella giornata del 30 aprile, da cittadino – sottolineo da cittadino – ho inteso violare le disposizioni in vigore spostandomi dalla Basilicata arancione alla Calabria arancione.
Disobbedienza civile, Ministro Lamorgese.
Con mia grande sorpresa, pur avendo preannunciato che avrei violato le regole imposte a tutti quegli italiani che vivono in zona arancione, prendo atto che ho potuto farlo senza che nessuno avesse alcunché da contestarmi.
A questo punto, gentile Ministro, devo necessariamente chiederLe se oltre ad introdurre regole odiose e ricattatorie il Governo intenda anche farle rispettare o se devo interpretare l’assenza di controlli come una sorta di silenzio/assenso e, quindi, considerare di fatto decaduto il provvedimento di cui all’art. 9 del “Decreto riaperture”.
Mi rendo conto che le mie parole possano apparire provocatorie, ma la questione, signor Ministro, è maledettamente seria.
Nel salutarla cordialmente, le preannuncio e ribadisco che sarà mia cura comunicarle di volta in volta ulteriori azioni di disobbedienza civile.