Lex, dura lex, sed lex

Tanto tuonò che piovve!
Alla fine il coronavirus è entrato anche in Regione Basilicata, fortunatamente per ora solo a livello normativo.
Riporto il provvedimento adottato (repetita iuvant!) e poi farò alcune considerazioni.

“Il Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Vito Bardi, visto il decreto legge emanato dal Consiglio dei Ministri in corso di pubblicazione recante “Misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019”; visto l’art. 32 della Legge n. 833 del 23/02/1978, secondo cui il Presidente della Giunta Regionale può emanare urgenti ordinanze in materia di Igiene, Sanità pubblica e Polizia veterinaria estese all’intero territorio regionale; vista la circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22/02/2020; vista l’Ordinanza del Ministro della Salute del 21/02/2020; Considerato che a seguito dell’interruzione di tutte le attività scolastiche, universitarie e di alta formazione professionale nelle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Liguria si prevede un rilevante flusso di residenti rientranti in Basilicata; Ritenuto indispensabile censire tutti i residenti provenienti dalle suddette regioni al fine di contenere eventuali contagi;

Ordina che:

tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti Servizi di Sanità Pubblica ;

i Sindaci di tutti i comuni della Basilicata in collaborazione con tutte le altre istituzioni comunali censiranno i cittadini provenienti dalle suindicate regioni

L’Ordinanza è inoltrata ai Prefetti competenti per territorio ai fini della notifica ai Comuni della Basilicata ed è pubblicata sul sito web della Regione Basilicata.”.

Innanzitutto voglio precisare che l’ordinanza è assistita da sanzione penale.
L’art. 650 del codice penale, classica norma penale in bianco che per il suo contenuto precettivo rinvia a provvedimento di rango inferiore alla Legge, prevede che “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro.”.
Chiunque contravviene alla norma, dunque, commette un reato omissivo proprio che si sostanzia in un’attività di inadempimento e inerzia nei riguardi dell’ordine espresso dal precetto.
Inoltre, trattandosi di contravvenzione, il reato in esame è punibile indifferentemente a titolo di dolo o di colpa.
Detto in soldoni: se il cittadino di ritorno dalle regioni del Nord indicate nel provvedimento non rispetta l’ordinanza è soggetto a sanzione penale, previo regolare processo.
La questione è particolarmente interessante dal mio punto di vista perché sarà anche il banco di prova del superamento o meno del cd. “Familismo amorale” di cui la Basilicata è portatore “sano” nel mondo.
Eh sì, perché questa volta “l’untore” non è altro da Noi, ma il nostro familiare, parente, amico intimo che risiede in Lombardia o in Veneto e, quindi, non è il “cinese” anonimo o, peggio, chi viene “con il barchino” o con le ONG, dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo.
Stavolta saranno i Nostri che dovranno essere censiti e catalogati e messi in quarantena perché possibili portatori del morbo tanto temuto.
Ci riusciremo? Saremo inflessibili o per Noi devono valere sempre le solite eccezioni?
Lex, dura lex, sed lex.

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