Lucani insigni, conferiti i premi a sei personalità

Si tratta di Domenico Ciruzzi, Damiano D’Ambrosio, Ruggiero Doronzo, Filippo Martino, Domenico Antonio Melillo, Rocco Antonio Montone

PISTICCI (MT) – Si è svolta, ieri, a Pisticci, presso il Museo Essenza Lucano, la cerimonia di premiazione dei Lucani insigni, edizione 2021. Ad ottenere il riconoscimento sei personalità, lucane e straniere, residenti in Italia o all’estero che si sono distinte per meriti raggiunti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario e impegnate nella diffusione e nella conoscenza dell’identità lucana. Si tratta di Domenico Ciruzzi, Damiano D’Ambrosio, Ruggiero Doronzo, Filippo Martino, Domenico Antonio Melillo e Rocco Antonio Montone.

Domenico Ciruzzi, affermato avvocato penalista cassazionista ed ex allievo Nunziatella, è nato a Lecce. Napoletano d’adozione vanta origini lucane che provengono da Stigliano, in provincia di Matera. E’ stato due volte Presidente della Camera Penale di Napoli, Vicepresidente dell’Unione delle Camere Penali italiane, e docente presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali delle università di Napoli “Federico II” e “Suor Orsola Benincasa”. È stato impegnato in processi di notevole clamore, come quello che vedeva imputato, tra gli altri, Enzo Tortora. Il tutto tondo della sua cultura classica ha alimentato una grande passione per il teatro e da qui l’impegno per fondare l’associazione culturale di sperimentazione teatrale “Teatro dei Resti” e, poi, spettacoli teatrali di cui è stato autore e regista. Nella vita di Ciruzzi non entra in scena solo il teatro, ma anche il cinema e la televisione. Il suo impegno si è concretizzato, tra le altre cose, in “Telesantalucia”, striscia televisiva in onda nell’ambito della trasmissione “Avanzi” di Serena Dandini, su Raitre. E’ grazie a questa passione e impegno per la cultura che Ciruzzi è stato nominato presidente della Fondazione Premio Napoli. 

Damiano D’Ambrosio, originario di Montescaglioso, ha conseguito il Diploma di Strumentazione per la Banda al Conservatorio “Piccinini” di Bari. Direttore di Orchestra, Coro e Direttore Artistico, ha maturato diverse esperienze professionali presso molti Conservatori dal “Gesualdo da Venosa” al “Rossini” di Pesaro per giungere al “Cherubini” di Firenze”. Musicista e compositore, il Maestro D’Ambrosio è conosciuto e apprezzato in campo internazionale. Al suo attivo la pubblicazione di molti CD e innumerevoli concerti con le esecuzioni delle sue musiche. Attualmente vive a Roma, ma il suo legame con la Basilicata è da sempre forte ed è testimoniato dalle sue opere ispirate e dedicate alla nostra regione, e dalle molteplici collaborazioni con Istituzioni ed Enti lucani che si prodigano per diffondere l’amore per la musica. A dimostrazione dell’arte cristallina del Maestro D’Ambrosio, si ricorda il grande oratorio mariano “Nigra sum sed formosa”, scritto per la riapertura della Cattedrale di Matera nel febbraio 2016. Il Maestro D’Ambrosio con la sua sensibilità artistica si fa testimone ed interprete della cultura lucana mantenendone viva la memoria e l’estetica.

Ruggiero Doronzo, nasce a Barletta e si laurea in Storia dell’Arte presso l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro” e poi in Scienze Religiose presso l’Istituto “Odegitria” di Bari. Doronzo decide, tra i suoi tanti impegni, di studiare il patrimonio storico, culturale e religioso di Ripacandida e, in particolare, della chiesa di San Donato, definita, per antonomasia, la “piccola Assisi” di Basilicata, facendosi promotore della diffusione e conoscenza dell’identità lucana. I cicli pittorici del quattrocento della chiesa diventano oggetto di studio durante il suo dottorato di ricerca in Scienze filologiche, letterarie, storiche e artistiche e oggetto di due pubblicazioni: “La chiesa di San Donato a Ripacandida. Storia e arte di un santuario lucano dimenticato” e “Fonti per la Regio Vulturis. Arte e devozione nella terra di Ripacandida”. E’ grazie a quest’ultimo volume che riceve una segnalazione al Premio letterario Basilicata nel 2021. Doronzo, cittadino onorario di Ripacandida, profonde il suo impegno per far cogliere l’alta spiritualità che si vive nel santuario, riconosciuto nel 2010 dall’UNESCO come “Monumento messaggero di cultura di pace”.

Filippo Martino, nato ad Armento, dopo la laurea in Giurisprudenza a Napoli, partecipa a varie iniziative di aggiornamento, tra le quali quelle presso la “Manchester University”, la “London Business School”, l’“Harvard Business School”, la “Salzburg Seminars of American Studies”. Tanti e diversificati i suoi interessi: analisi delle eccellenze; strategia ed organizzazione; formazione manageriale; comunicazione. Ha ricoperto ruoli manageriali presso Ilva, Ifap/Iri, Aeritalia/Leonardo, Isvor/Fiat e svolto consulenze presso Dalmine, Fincantieri, Finsiel, Fiat, Ferrero. Professionalità assolutamente poliedrica, quella di Filippo Martino, la cui esperienza, in parte, può essere messa al servizio della Basilicata, mettendo a disposizione del territorio la capacità di analisi delle eccellenze nella rigenerazione dei borghi e facendo conoscere all’esterno iniziative rilevanti svolte da lucani attraverso una comunicazione su piattaforme innovative. L’amore per la sua terra l’ha esternata nelle iniziative con l’Associazione dei Lucani a Roma, dimostrando capacità non comuni di organizzazione.

Rocco Antonio Montone, originario di Bella, si laurea in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Qui si specializza in Malattie dell’apparato cardiovascolare. I suoi studi proseguono poi con una borsa di ricerca in cardiologia interventistica a Cambridge, presso il più importante ospedale cardio-toracico della Gran Bretagna e con il dottorato di ricerca in “Ricerca clinica, cellulare e molecolare” alla Cattolica. Attualmente presta la sua attività professionale presso il Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Qui è cardiologo interventista e di terapia intensiva coronarica. Allo stesso tempo Montone si occupa di ricerca nel campo delle sindromi coronariche acute. Nella sua giovane carriera ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra questi, nel 2020, il premio della Società Europea di Cardiologia per la migliore ricerca scientifica originale svolta da un ricercatore under 40 e, nel 2023, il premio di ricerca della Fondazione Eni Enrico Mattei “Salute nel contesto della Transizione Energetica”, per i suoi studi sull’effetto dell’inquinamento dell’aria sulla salute del cuore.

Domenico Antonio Melillo, nasce a Santiago, nella Repubblica di Panama, da genitori immigrati da Moliterno. Inizia i suoi studi a Panamà per poi trasferirsi a Bologna dove si laurea in Medicina e Chirurgia e successivamente si specializza in Ginecologia e Ostetricia presso l’Università di Costa Rica. A Panamà, ricopre l’incarico di ginecologo presso il Fondo di Previdenza Sociale di Santiago, lavorando presso il Policlinico Horacio Díaz Gómez e l’Ospedale Regionale di Veràguas. Consegue, poi, il Master in Gestione dei Servizi Sanitari presso l’Università Latina di Panamà e si forma nel settore della Prevenzione e Diagnosi Precoce del Cancro. Contestualmente alla sua attività professionale svolge una intensa attività di volontariato presso l’Associazione Nazionale Contro il Cancro. Diversi i premi ottenuti, uno tra tutti “ Eroi per Panama” per il suo impegno nell’Associazione Nazionale Contro il Cancro. Nel 2018 ricopre la carica di Presidente dell’Associazione dei Lucani di Panamà e collabora all’attuazione di un programma della Regione Basilicata per lo screening oncologico e contro il papilloma virus di donne bisognose residenti a Panamà.

Il Premio andato ai sei vincitori è consistito in opere realizzate dagli artisti Maria Di Taranto, Giovanni Spinazzola e Dino Ventura. Opere che fanno parte della mostra “LucaniaTerraMadre”.

Prima del conferimento dei premi ai Lucani insigni, si è svolta la visita guidata del Museo Essenza Lucano, un percorso immersivo nel mondo di Amaro Lucano per ripercorrere la storia dell’azienda, nata nel 1894, dalla passione per l’erboristica del suo creatore, il pasticcere Pasquale Vena. Un’essenza di più di 30 erbe aromatiche che da 125 anni racconta una storia fatta di tradizioni, arte, cultura, usi e costumi. A fare da Cicerone il presidente del Gruppo Lucano, Pasquale Vena.