Maltrattamenti alla compagna e atti intimidatori a una parente. Braccialetto elettronico a un 63enne di Bernalda

BERNALDA (MT) – Prima maltrattamenti alla compagna, dalle percosse, alle offese al controllo economico, anche davanti al figlio piccolissimo; poi le minacce, quando la donna ha deciso di porre fine alla relazione; infine l’incendio all’abitazione di una parente della vittima accusata di aver aiutato l’ex.

Sono le accuse che hanno portato il giudice per le indagini preliminari di Matera, Roberto Scillitani, a disporre la custodia cautelare in carcere di un uomo di 63 anni di Bernalda, misura successivamente attenuata negli arresti domiciliari col braccialetto elettronico. 

I fatti, stando alle indagini fatte dai Carabinieri, partono una decina di anni fa, quando la vittima aveva avviato la sua convivenza con quell’uomo oltre 20 anni più grande. Folle gelosia, con offese e percosse, divieti di uscire, controlli sulle spese e pretese di dedizione casalinga e rapporti intimi. Una situazione peggiorata quando, prima, la donna aveva deciso di iniziare a lavorare per raggiungere una sua indipendenza, e poi troncò la relazione. Atti persecutori, minacce, e pedinamenti al punto da portare la donna a chiedere il collocamento in una struttura protetta.

Ma la furia dell’uomo si sarebbe poi rivolta verso una parente, individuata come colpevole di aver aiutato la vittima a trovare un lavoro. A fine maggio scorso, l’uomo avrebbe appiccato le fiamme alla porta della casa di villeggiatura della donna, danneggiando anche i cavi della pubblica illuminazione e un’auto parcheggiata nelle vicinanze.
Elementi sufficienti, ad avviso del gip, per l’arresto.

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