Pubblichiamo integralmente la lettera con cui Maria Cristina Pisani, Presidente del Forum dei Giovani nazionale, si dimette dalla Segreteria del Psi.
ROMA – “Non è stato facile per me scrivere questa lettera che ho indirizzato al Segretario del partito e a tutti i compagni e le compagne della segreteria nazionale del Psi, con cui mi dimetto dalla segreteria nazionale di un partito a cui ho dedicato gli ultimi quattordici anni della mia vita. Se mi guardo indietro vedo tanta fatica e tante battaglie, vedo riunioni, discussioni, documenti, campagne per le elezioni alcune vinte ed alcune perse, entusiasmo, dolore, delusioni e soprattutto vedo persone, amici e compagni, e tanta passione.
In questi ultimi anni, ho sentito profondamente l’appartenenza a un partito che, per quanto diviso e disorganizzato, consideravo l’ultimo baluardo del riformismo in Italia.
Ho accettato la proposta di Enzo di entrare a far parte della Segreteria nazionale con questo spirito e ho cercato di comportarmi in modo conseguente, scegliendo di restare nel partito nonostante le divergenze di vedute, la mancata analisi della sconfitta e un’assunzione di responsabilità della nostra assenza, per la prima volta dopo anni, dalle istituzioni nazionali italiane, cercando di poter essere costruttiva, nonostante le scelte di molti compagni e molte compagne a cui devo molto politicamente e umanamente, provando a essere sempre rispettosa a cominciare da chi si è assunto l’onere e la responsabilità di guidare questa difficile fase.
Il punto è che ritengo non possano funzionare un organismo dirigente e una comunità politica – e un partito è in primo luogo una comunità politica – dove le riunioni si convocano, si svolgono, ma dove lo spazio e l’espressione delle differenze finiscono in una irritazione della maggioranza e, con qualche frequenza, in una conseguente esclusione, anche con commissariamenti non discussi, di chi avendo avute diverse, ha scelto però di restare nel partito. Non credo sia un metodo giusto, saggio, adeguato alle ambizioni di un partito come il PSI. Tra i moltissimi difetti che mi riconosco non credo di avere mai sofferto dell’ansia di una collocazione. Al contrario, nonostante le scelte di molti compagni e compagne con cui ho condiviso gran parte della mia esperienza politica, ho deciso di poter, dall’interno, essere utile per dare una svolta al partito, senza livore, un sentimento che invece vedo guidare l’azione di molti. Leggo da un dizionario on line che la definizione del termine corrisponde più o meno a “sentimento di invidia e rancore”. Ecco, caro Segretario, non è così. Non nutro alcun sentimento di invidia e tanto meno di rancore. Non ne avrei ragione dal momento che la politica, quando vissuta con passione, ti insegna a misurarti con la forza dei processi e dei cambiamenti. E io questo realismo lo considero un segno della maturità. Non mi dimetto, quindi, per “livore”. E neppure per l’assenza di un cenno di gratitudine verso chi, pur non condividendo molte scelte, è stato escluso, insieme a tanti, da decisioni che avrebbero dovuto coinvolgere tutti e che invece vengono ancora assunte in inopportuni caminetti che continuano a guidare purtroppo ancora l’azione interna del partito. Non mi dimetto neppure per l’assenza di spazi che non hai saputo offrire a chi aveva vedute differenti dalle tue.
Mi dimetto perché sono colpita e allarmata da una concezione del partito e del confronto al suo interno che non può piegare verso l’omologazione, di linguaggio e pensiero. Mi dimetto perché voglio bene al Psi. Mi dimetto perché voglio avere la libertà di dire sempre quello che penso. Voglio poter applaudire, criticare, dissentire, senza che ciò appaia a nessuno come un gesto di ingratitudine.
Mi dimetto perché non ho più neppure cognizione di quale sia il percorso politico intrapreso ma solo notizia tramite l’Avanti della domenica, social o tramite interviste di iniziative intraprese che mi lasciano intuire strade differenti.
Per tutto questo, ritengo non ci siano più i presupposti per cui io resti in questa segreteria.
Auguro comunque buon lavoro a tutti. Fiduciosa che i valori socialisti possano essere la bussola per il cambiamento del Paese”.