EDITORIALE – Anche quest’anno l’intera umanità ha dovuto fare i conti con una pandemia che ha messo a dura prova le nostre vite: ci sentiamo vulnerabili, incapaci di affrontare un “nemico” invisibile e subdolo, che ci ha privato della libertà, di quelle relazioni umane e sociali che sono linfa vitale per l’umanità.
Anche a Lauria, così come in tutti i paesi di questo nostro pianeta, il Natale è stato celebrato con toni dimessi, evitando di dare libero sfogo a quella gioia e a quell’entusiasmo propri di questa festività.
Non sono mancate, tuttavia, alcune iniziative che, nel pieno rispetto delle regole imposte dalla pandemia, hanno donato alla nostra popolazione momenti e atmosfere in sintonia con il periodo festivo più importante dell’anno.
Le associazioni “Amici del castello”, “Compagnia del leone” e “Alca”, in uno spirito di condivisione e di unità d’intenti, hanno installato con non poche difficoltà una stella cometa sull’antico ponte in ferro della dismessa ferrovia calabro-lucana. Visibile, di notte, dall’intera Valle del Noce, la stella vuole essere un segno di rinascita, un augurio di un nuovo anno luminoso e prospero.

A cura delle medesime associazioni è ritornato il presepe nel quartiere Cafaro. E’ il Presepe Bianco, molto particolare, con giganteschi personaggi in gesso. Quale luogo migliore più antico e più suggestivo per ambientare un presepe? E’ qui che sorgeva la chiesetta dedicata a San Vincenzo, attigua alla casetta del nostro beato Domenico Lentini. L’atmosfera è particolare: stradine e vicoletti ricchi di storia, stretti tra case antiche, si ricongiungono in una suggestiva piazzetta, sulla quale domina il Castello Ruggero.

In questo scenario di grande suggestione fu ambientato alcuni anni fa il Presepe Vivente, che si caratterizzò per la fedele ricostruzione delle botteghe che ricordavano le attività domestiche e i mestieri propri di oltre duemila anni fa. Encomiabile anche la riproduzione dei costumi dell’epoca indossati da massaie intente a filare la lana, a tessere al telaio, a fare la pasta di casa e il bucato. E poi ciabattini, falegnami, osti, pastori.
Un ricordo e un merito agli organizzatori!
Un’altra iniziativa di grande spessore affettivo e sociale è stata “Il Natale delle Stelle”, fortemente voluta dalla nostra concittadina Lidia Di Giorgio e dedicata a tutti i giovani della nostra comunità che non ci sono più.
Un vicolo, un terrazzo, un coro che ha eseguito canti natalizi, un orto scenicamente illuminato, due bravi presentatori, una voce narrante, lanterne che si sono librate in un cielo limpido e stellato hanno creato un’atmosfera di grande suggestione.

I nostri giovani sono “angeli” che non hanno avuto la possibilità di sperimentare le innumerevoli opportunità ( gioie, dolori, sconfitte, soddisfazioni, affetto, amore) che questa vita terrena riserva ad ognuno di noi.
La vita, pur con le sue difficoltà, è un dono prezioso, che vale la pena vivere.
Sconcerto e smarrimento, grande tristezza sono i sentimenti che invadono l’animo di tutti quando muore un giovane. Per i familiari la vita non è più la stessa. Ognuno ha il suo modo di reagire a un così grande dolore…
Noi cittadini abbiamo il dovere di supportare i familiari, di manifestare comprensione, solidarietà, affetto, vicinanza solidale…e poi fare in modo che il ricordo di queste vite spezzate duri nel tempo: non esiste morte definitiva fino a quando c’è il ricordo!
È proprio in questa ottica che si è inserita l’iniziativa di Lidia, alla quale va il plauso e la lode di tutta la comunità.