Promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo, è giunta nel 2023 alla tredicesima edizione
EDITORIALE – E’ diffusa l’opinione che in Italia si legge poco, convalidata, purtroppo, da una recente ricerca dalla quale emerge che il sessantadue per cento degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno e che si legge più al Nord e al Centro, mentre il Meridione segna il passo.
La lettura è un’esigenza dello spirito, perché arricchisce sul piano culturale ed intellettivo, ci permette di conoscere la nostra sfera emotiva ed affettiva, ci distrae la mente e ci aiuta a superare i momenti di solitudine.
Amo leggere e nella mia lunga carriera d’insegnante ho sempre dato un posto preminente alla lettura, in particolare mi sono sempre posto l’obiettivo di sviluppare nei miei alunni il piacere, il desiderio e poi la capacità autonoma di leggere.
Già in età prescolare il bambino può essere guidato a considerare il libro uno strumento magico, che può introdurlo in un mondo fatto di gioie, emozioni, scoperte, fantasie. Si può iniziare mettendogli tra le mani piccoli libri, robusti e maneggevoli come giocattoli, associando ad essi brevi e semplici racconti, in modo che l’esperienza dell’oggetto-libro si colleghi alla memoria di una storia. Egli ricercherà autonomamente quel gioco e amerà risentire le magiche parole o frasi dal ritmo ben scandito per cullare, coccolare, accarezzare.
Man mano che cresce lo attrarranno libri con grandi illustrazioni colorate, che rappresentano animali e oggetti a lui noti, che fanno parte della sua quotidianità o che ripropongono momenti importanti della sua giornata.
In una comunicazione reciproca e intensa, l’adulto leggerà non al bambino ma con il bambino, trasmettendogli esperienze di vario tipo a livello sensoriale, emozionale ed educativo. La lettura dovrà diventare un rituale, un appuntamento fisso anche breve ma aspettato e desiderato, per esempio prima di addormentarsi. Non dovrà mai essere un obbligo, ma un piacere. Se il piccolo si distrae o si allontana non bisogna insistere. Molto dipende dalle strategie che l’adulto riesce ad escogitare. Cambiare il ritmo della narrazione, interpretare con la mimica e il tono della voce i diversi personaggi, permettere al bambino di girare le pagine, guardare le immagini ed ascoltare i suoi commenti renderanno più interessante e viva la storia. Se sapientemente guidato, dunque, a sei anni, il piccolo scolaro che inizia la scuola primaria ha tutti i requisiti per appassionarsi sempre di più alla lettura. A questo punto entra in gioco il ruolo dell’insegnante, fondamentale per l’acquisizione del gusto di leggere autonomamente.
Foto in copertina, Lucia Carlomagno via Facebook