POTENZA – Sono 1.337 le imprese di acconciatura ed estetica in Basilicata, di cui 1.270 del comparto artigiano, che lavorano sotto la pressione del continuo rischio di chiusura con il cambio del “colore” della regione.
Ad evidenziarlo è Confartigianato Benessere che sottolinea il peso preponderante delle imprese artigiane (il 95% del totale) con una presenza di 909 attività di cui 857 artigiane (94,3%) in provincia di Potenza e 428 di cui 413 artigiane (96,5%) in provincia di Matera.
“Le imprese del settore – afferma Rosa Gentile, componente della Giunta nazionale Confartigianato e Delegata ai Movimenti Donne e Giovani – hanno sempre assicurato la rigorosa osservanza dei protocolli igienico-sanitari e non è un caso che saloni di acconciatura e centri estetici non abbiano rappresentato fonte di contagio.
L’organizzazione e le modalità di svolgimento dei servizi di acconciatura ed estetica, inoltre, in virtù del sistema di prenotazione adottato, non provocano assembramenti.
La chiusura delle attività in zona rossa ha solo prodotto l’incremento della piaga dell’abusivismo generando gravi danni economici alle imprese regolari già stremate dalla crisi e favorendo la diffusione dei contagi in quanto sono ignorati i protocolli e le misure di sicurezza”.
Una delegazione delle imprese del settore aderenti a Confartigianato, Cna e Casartigiani ha consegnato al ministro per gli Affari Regionali e Autonomie, Mariastella Gelmini, 50mila firme raccolte con una petizione promossa per sollecitare l’intervento del Governo a favore di un comparto che conta oltre 150mila imprese e più di 300mila addetti.
Quattro le richieste prioritarie: aprire nelle zone rosse, massima determinazione nella lotta all’abusivismo dilagante, aumentare le risorse per i contributi a fondo perduto e rivedere i criteri di assegnazione per evitare discriminazioni.
Le Confederazioni inoltre – si legge nella nota – chiedono al Governo di modificare i criteri previsti nel Decreto sostegni per l’erogazione dei contributi a fondo perduto.
Dall’analisi sulla contabilità delle imprese associate emerge che il 94% delle attività di acconciatura ed estetica ha accusato l’anno scorso una perdita media del fatturato del 25%. Con la soglia del 30% del calo dei ricavi soltanto 28 imprese su 100 potranno accedere al contributo, una evidente discriminazione nei confronti di migliaia di imprese.
Ampliare la platea dei beneficiari e incrementare la dotazione di risorse per gli indennizzi – conclude la nota – rappresentano l’unica risposta allo stato di incertezza e di malessere delle imprese e per scongiurare la condanna a morte di molte attività.