POTENZA – Sono ore decisive in casa Pd il quale, dopo l’annuncio di Renzi intento a creare un nuovo soggetto partitico all’esterno della casa dei democratici, cerca di fare la conta su chi resta e su chi va. Grande è il fermento anche creato intorno ai dem lucani, con il neo sottosegretario alle infrastrutture Salvatore Margiotta che abbandona Renzi per restare all’interno del Pd come dichiarato ieri in tarda serata all’Adnkronos: “Sono convinto che questo Paese abbia bisogno di un esecutivo che guardi al lungo periodo e sia capace di dare risposte efficaci e concrete ai cittadini, imprimendo un reale cambiamento di passo. In questo senso, è indispensabile un Pd forte, unito e coeso. Non è il momento di scissioni e divisioni che non sarebbero comprese in alcun modo dai nostri elettori. L’Italia ora va governata”. Ancora emblematiche, ma altamente indicative, le direzioni prese da altri “pezzi da 90” del centrosinistra lucano, con il senatore Vito De Filippo che proprio mezz’ora fa ha condiviso sul suo profilo twitter l’intervista fatta a Renzi questa mattina su Repubblica, col titolo “Faremo una Casa innovativa, giovane, femminista. Basta coi litigi e il fuoco amico”. Tutto tace ancora in casa Pittella, con Marcello e Gianni che magari attendono ancora le evoluzioni delle ultime ore per avere un’idea sulla strategia da usare, ma viste le posizioni pionieristiche all’interno dei socialisti europei da parte di Gianni, tutto potrebbe portare a pensare a una sua permanenza nel gruppo del Pd. sui profili social dell’ex segretario dem Mario Polese, è apparsa poco fa la notizia di un suo viaggio a Roma “per incontri e riunioni romane anche in vista delle ultime notizie politiche che stanno sconvolgendo il panorama dem”, mentre sul fronte materano, attesa per le prossime consultazioni sulle future comunali del 2020 che vedranno impegnati i vari Antezza, Cifarelli e Braia, soprattutto per quello riguarda le ultime dichiarazioni di Pedicini, il quale auspica una intesa civica tra i Sassi. Da non sottovalutare comunque la posizione di Speranza all’interno del Governo, il quale sicuramente non se ne starà fermo a guardare. Lacorazza attende l’evolversi degli eventi, impegnato in queste settimane con la presentazione del suo libro, senza dimenticare però la sua “fede”zingarettiana e il suo passato che lo ha visto insieme al governatore pugliese Emiiano, tra i primi ad azzardare l’ipotesi di un’unione coi 5 stelle. In casa dei sindaci dem, netta la posizione a favore del Partito Democratico intrapresa dal primo cittadino di Lauria Angelo Lamboglia, il quale questa mattina scrive che “Rispetto la scelta di Renzi ma non la condivido nel merito e nel metodo”, proseguendo poi nel dire che “è il momento di costruire non pensando assolutamente a rivalse personali ma improntando l’azione sull’esigenza di un paese che necessita di azioni e non di annunci”.Di diverso avviso, come prevedibile, il suo collega Fausto De Maria, che ha annunciato nella serata di ieri che “con coerenza nel bene e nel male, ho sempre sostenuto Matteo Renzi per convinzione e mai per convenienza. Ed ora lo sosterrò ancora di più nel nuovo progetto politico che io mi sono sempre augurato”. Le prossime ore saranno decisive per fare una cosiddetta stima dei numeri di un “esodo” che però, almeno per il momento, non recherebbe danni al nuovo Governo Conte, visto che Renzi ha dichiarato apertamente un appoggio esterno all’esecutivo, ma con l’addio dell’ex premier dal Pd, come già ipotizza qualcuno in queste ore, potrebbe svuotarsi la casa di LeU per far tornare qualche “nostalgico di sinistra” nella casa Zingarettiana. Intanto Calenda, altro big uscito dal Pd a seguito dell’ accordo con i 5 Stelle, nel rispondere a un utente sul proprio profilo twitter, chiude a una possibile alleanza con Renzi, scrivendo “Bella esperienza di Governo insieme. Ma progetti molto differenti e comportamenti molto distanti”.
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