Platea Ex Tis e Rmi, Bochicchio: “Continui la collaborazione con Enti”

Il Capogruppo di Avs-Psi-LBp: “Platea degli ex Tis e Rmi: ci si impegni perché chi non rientra tra i beneficiari del contratto idraulico forestale continui a lavorare negli enti in cui sono stati impegnati”

POTENZA – “In questi anni molti lavoratori ex Tis e Rmi sono stati impegnati nei Comuni ed in altri Enti pubblici e molto spesso hanno sostituito i dipendenti che non si potevano reclutare per i vincoli sulle nuove assunzioni. Per non disperdere questo patrimonio di esperienze, sarebbe opportuno che coloro che non rientreranno tra i beneficiari del contratto idraulico forestale continuassero, nell’immediato, a collaborare con questi soggetti pubblici”.

E’ quanto afferma il capogruppo socialista in Consiglio regionale, Antonio Bochicchio evidenziando “come a distanza di quasi tre anni la Confederazione Unitaria di Base abbia deciso di lasciare la tenda, simbolo della lotta dei lavoratori ex Tis e Rmi, installata davanti alla sede della Regione, a seguito dell’aumento del sussidio e della possibilità di ottenere un contratto di lavoro nel settore idraulico forestale grazie ad un bando della Regione finalizzato al reinserimento al lavoro dei soggetti economicamente svantaggiati approvato nei giorni scorsi dalla Giunta”.

“I risultati raggiunti sono frutto di un confronto serrato tra i lavoratori da una parte e la Regione dall’altra. In questo confronto noi consiglieri regionali di minoranza ci siamo fatti portavoce delle loro istanze con il Presidente Bardi e con l’assessore Cupparo – spiega il capogruppo – per non disperdere questo patrimonio di esperienze, per coloro che non beneficeranno del contratto idraulico forestale sarebbe opportuno e giusto che continui la collaborazione con i comuni e gli altri enti i quali successivamente potrebbero bandire i concorsi come hanno già fatto alcune municipalità”.

“Una soluzione questa – conclude Bochicchio – che permetterebbe soprattutto ai comuni con poco personale dipendente, di continuare a garantire servizi che altrimenti dovrebbero essere interrotti o ridimensionati e nel contempo, chiuderebbe una “ferita sociale” da troppo tempo aperta”.

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