Prevenzione suicidi, a Villa d’Agri un convegno sul tema

Nella giornata mondiale per la prevenzione suicidi, la Asp interviene con la sua struttura di Salute Mentale. Fiducia e ascolto, le armi della prevenzione

MARSICOVETERE (PZ) – Iniziativa a Marsicovetere per la ‘Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio’. Voluta dall’amministrazione comunale ed in collaborazione con Asp Basilicata, una giornata di studio aperta al pubblico per affrontare una delle tematiche che ancora oggi rappresentano un tabù sociale ma del quale, invece, occorrerebbe parlare spesso e con più attori per evitare che si consumino tragedie simili.

Al tavolo con il Sindaco di Marsicovetere Marco Zipparri, presenti per la Asp il Direttore del Dipartimento Salute Mentale Piero Fundone, lo psichiatra Sergio Lijoi responsabile del Centro Salute Mentale di Villa d’Agri e lo psicoterapeuta del centro Giovanni Razza. Tra i relatori, l’assessore alla Salute e Politiche della Persona Cosimo Latronico e, in collegamento da remoto, Stefano Callipo psicoterapeuta e presidente dell’osservatorio contro i suicidi.

Si stima che in Italia nel 2023 si sia avuto un + 24% di suicidi rispetto al 2022 mentre si prevede- in base ai dati di telefono amico che ha colto 7000 segnalazioni- un’inversione di tendenza nel corso di quest’anno. Dato avvalorato dal fatto che nel primo semestre le richieste d’aiuto sono state 3.500 quindi pari a -6,5% rispetto al primo semestre dell’anno precedente. E va da sé che i numeri sono lievitati rispetto al periodo pre-pandemico, il che è sintomatico non di un disagio psichiatrico, ma di una sofferenza psicologica dovuta ad una inadeguatezza sociale e a segnali che non vengono carpiti dalla società e dalle istituzioni. Non a caso, il convegno di Marsicovetere è finalizzato proprio a porre l’attenzione su ciò che possono e devono essere in grado di fare le istituzioni partendo da una collaborazione a 360° che coinvolga amministrazioni comunali, aziende sanitarie e presidi sanitari, scuola, associazioni e naturalmente famiglie che sono il punto centrale da cui può emergere il disagio.

Il messaggio fondamentale emerso dal convegno è che oggi spetta alle istituzioni imparare ad ascoltare e dare una risposta puntuale e strutturale per individuare i giusti interventi e le strategie da mettere in atto per prevenire i tentativi di suicidi. Avere a disposizione il dato epidemiologico dei suicidi resta comunque centrale nell’analisi del fenomeno perché permette di osservarne l’andamento e dunque anche di implementare le misure preventive. Forniti nel corso dell’incontro i dati rilevati da Telefono Amico con oltre settemila richieste d’aiuto nel 2023 giunte da persone attraversate da pensieri suicidari o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. La maggioranza di richieste sono giunte per il 51% da donne. Molto utilizzati il contatto whatsapp e la mail. 

Per il Sindaco di Marsicovetere Zipparri che è presidente dell’Ambito 4 per diciannove comuni, “a pesare sul fattore suicidi non solo le consuete motivazioni sociali ed economiche, ma anche presumibilmente il riflesso del post long-covid”. Il territorio ha fatto registrare negli ultimi 20 mesi ben quattro suicidi che hanno riguardato soggetti di età compresa tra i 21 e i 47 anni, per cui “era necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema coinvolgendo le scuole e le associazioni frequentate prevalentemente dai giovani per entrare nel loro mondo e comprendere i motivi di disagio che portano ad un gesto così estremo. Importante è il ruolo delle istituzioni locali che si aprono alla collaborazione delle aziende sanitarie e di esperti del settore. Non a caso proprio i comuni dell’ambito 4- Marsicovetere capofila- assieme a Fondazione Ambientale Regionale di Basilicata stanno cercando di sottoscrivere un protocollo d’intesa finalizzato all’apertura di un centro di ascolto territoriale e di un numero verde. In questo, è fondamentale la collaborazione di Stefano Callipo che è consulente del Parlamento italiano ed Europeo sulla materia”.

Lo psicologo dell’Azienda Sanitaria Locale di Potenza Giovanni Razza ha sottolineato come “parlare di suicidio non sia mai facile per cui, farlo a livello istituzionale, è un passo in avanti per sensibilizzare la comunità e creare quel filo diretto di fiducia e ascolto. Il suicidio non riguarda esclusivamente il paziente psichiatrico, ma le dinamiche si sono evolute e affonda le radici in un contesto atipico psicologico e culturale. La linea interpretativa deve per tanto essere multidisciplinare verso i pazienti che presentano indizi suicidari e verso i ‘survivor’, ovvero quei soggetti che hanno avuto manie suicide ma che per fortuna non hanno concretizzato le intenzioni”. La Asp opera con i suoi professionisti a 360 gradi accogliendoli nelle sue strutture dedicate alla salute mentale e “guidandoli verso una ripresa psicologica sostanziale, contribuendo in maniera forte a realizzare il passaggio dalla visione del suicidio come tabù a quella per cui invece è un fenomeno sociale che deve essere prevenuto. Suicidio e salute mentale devono per tanto diventare oggetto di dialogo pubblico costruttivo e che coinvolga vari attori del mondo sanitario e istituzionale”. Un approccio strutturale e multidisciplinare, quindi, che sappia prendere in carico il paziente affetto da quello che può essere definito un ‘dolore mentale’ che va affrontato e curato. Chi cerca il suicidio, paradossalmente non vuole morire ma vuole fuggire da una vita di sofferenze o soprusi. Occorre quindi creare alternative per quegli individui ambivalenti che cercano la vita con la morte. 

Per cui- come ha spiegato il responsabile del Csm Villa d’Agri Sergio Lijoi- “ogni soggetto va approfondito relativamente alle cause scatenanti l’idea di suicidio sottoponendolo ad indagine clinica”. Negli ultimi tre anni- ha ricordato Lijoi- “non si sono registrati casi suicidari tra i pazienti in carico al Csm mentre sono state ricevute persone che avevano tentato il suicidio o che facevano presupporre un epilogo simile e per loro sono state messe in campo misure clinico-terapeutiche che hanno consentito il superamento del rischio”. 

Concludendo i lavori, l’assessore regionale alla Salute e Politiche della Persona Latronico ha ricordato che il fenomeno è preoccupante poiché “ogni anno in Italia si registrano circaquattromila suicidi, con una media di uno ogni dieci ore. Un fenomeno che trascina con sé problematiche psicologiche, sociali ed economiche e la cui prevenzione del suicidio richieda un approccio multidisciplinare, intercettando salute mentale, politiche pubbliche e supporto sociale. Il suicidio evoca un disperato esercizio del libero arbitrio come elemento culminante di una grave sofferenza psico-patologica e nell’immaginario collettivo un senso di colpa per non aver fatto abbastanza. Ma anche il rifugiarsi in alcool o sostanze d’abuso è un modo per togliersi la vita lentamente e inesorabilmente. L’incapacità di reggere il peso della stessa e il ricorso ad un mezzo di sostegno psicologico acquistabile sul mercato. Sembra – ha proseguito Latronico – esistano più motivi per togliersi la vita che per viverla. Non necessariamente, quindi, c’è patologia, c’è sicuramente disagio”. Sulle possibilità di arginare il fenomeno, l’assessore ha concluso sottolineando che sia necessario “lavorare sul rafforzamento delle singole persone, sull’accettazione di sé, sulla propria capacità di risolvere i problemi e sul miglioramento individuale nelle abilità sociali. Occorre lavorare sul rafforzamento delle comunità, sulla riduzione dello stigma, sull’accettazione sociale, sulla lotta all’isolamento sociale e quindi al bullismo. Fondamentale la prevenzione nelle scuole e nelle comunità- ha concluso Latronico- anche e soprattutto attraverso iniziative come questa”.