POTENZA – Si apre oggi l’ultima fase del processo di primo grado sulla sanità lucana. È infatti il giorno della prima udienza in tribunale a Potenza, dopo il rinvio a giudizio, lo scorso novembre, di diciannove imputati. Tra questi il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e quattro dei cinque componenti della sua prima giunta: Francesco Cupparo, Francesco Fanelli, Rocco Leone e Gianni Rosa. L’accusa è di “concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità”.
Gli esponenti della giunta di centrodestra sono coinvolti in uno dei due filoni dell’inchiesta, quello che ruota intorno al mandato dell’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, Massimo Barresi. Secondo gli inquirenti, nel 2020 la giunta regionale aveva ridotto di circa 12 milioni di euro le risorse del fondo sanità destinato al San Carlo: in questo modo Barresi avrebbe operato in condizioni difficili, tali da indurlo a dimettersi. Il direttore generale – ricostruiscono i pubblici ministeri – sarebbe stato colpevole di non aver acconsentito alle richieste di rappresentanti della giunta e politici di maggioranza. “La correttezza della programmazione finanziaria – ha detto Bardi dopo il rinvio a giudizio – è stata riconosciuta con la verifica del bilancio”.
L’altro filone dell’inchiesta riguarda la campagna elettorale per le comunali del 2020 a Lagonegro. Coinvolti, tra gli altri, l’ex consigliere regionale Francesco Piro e l’ex sindaca Maria Di Lascio. Contestate la corruzione e l’istigazione alla corruzione: i due avrebbero agito per assicurarsi dei voti alle amministrative in cambio di promesse e favori.
Si ebbe notizia dell’inchiesta, coordinata dalla procura antimafia presso il tribunale di Potenza, il 7 ottobre del 2022, con perquisizioni e arresti. L’applicazione delle misure cautelari a Cupparo, Leone e Piro condizionarono per alcune settimane l’attività in Consiglio regionale, mentre il Comune di Lagonegro fu commissariato per sette mesi, fino alle elezioni di maggio 2023.