Puliamo il Mondo 2024, oltre 1000 volontari all’opera in Basilicata per ripulire spazi comuni invasi dai rifiuti

Legambiente: “Combattiamo l’abbandono illegale di rifiuti ma sottolineiamo anche i ritardi cronici della Regione Basilicata nella transizione verso modelli di economia circolare”

 

POTENZA – Si è conclusa domenica scorsa anche in Basilicata il primo fine settimana dedicato a Puliamo il Mondo la più grande manifestazione di volontariato ambientale in Italia, giunta alla sua trentaduesima edizione. Nella nostra Regione oltre 1000 volontari hanno partecipato alle iniziative di pulizia e sensibilizzazione sul tema dei rifiuti abbandonati. A Potenza, Matera, Lauria, Policoro, Ripacandida, Trecchina, tante azioni di impegno civile e collettivo per ripulire dai rifiuti abbandonati strade, piazze, centri urbani, ma anche spiagge, boschi e sponde dei fiumi. E le giornate di volontariato ambientale continueranno anche nell’ultimo fine settimana di settembre e  per tutto il mese di ottobre in tutta la regione, perché la maleducazione e la mancanza di senso civico vanno combattute promuovendo la cittadinanza attiva e rafforzando le relazioni e il senso di comunità che sono il migliore antidoto, prima ancora delle necessarie attività di controllo e repressione, ai fenomeni di degrado ambientale, estetico ed economico come quello dello smaltimento volontario, illegale e selvaggio di rifiuti urbani e speciali.

“Ma Puliamo il Mondo – sottolinea Antonio Lanorte Presidente di Legambiente Basilicata Aps – è anche un’occasione per ribadire l’urgenza di accelerare il passo nelle politiche di gestione dei rifiuti in Basilicata che scontano ormai ritardi non più tollerabili. La Basilicata ha la necessità di puntare con decisione ad una riduzione drastica dell’utilizzo dei vecchi sistemi di smaltimento, puntando su un’adeguata rete impiantistica a servizio del recupero di materia. Per archiviare la stagione delle discariche e degli inceneritori serve completare il sistema impiantistico per il riciclo e il riuso dei rifiuti, urbani e speciali, rendendo autosufficiente la Regione. In particolare è necessario realizzare impianti per il trattamento della frazione organica, di cui la Basilicata è ancora tristemente sprovvista, implementare quelli per il trattamento e la valorizzazione delle frazioni provenienti dalla raccolta differenziata (come l’impianto di Latronico) e ancora realizzare impianti per il recupero di materiali riciclabili dal secco indifferenziato, fermo restando che tale frazione deve essere minimizzata il più possibile anche attuando politiche di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti stessi e in particolare di quelli non differenziabili. Ancora una volta, però, dobbiamo constatare come la Regione Basilicata continui a non fornire segnali concreti per dare impulso all’economia circolare attraverso la realizzazione degli impianti necessari e il completamento della pianificazione di settore. La mancanza di impianti sul territorio, quindi, oltre ad avere un impatto ambientale notevole perché incentiva il ricorso alle discariche e il “nomadismo” dei rifiuti, incide anche sui costi pagati dalle utenze. Inoltre ostacola una riorganizzazione del servizio basata sull’adozione di tariffe puntuali e quindi il passaggio dalla tassa alla tariffa commisurata sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti conferiti che, peraltro, permetterebbe anche di incentivare la raccolta differenziata”.

“In questo contesto  – dichiara Valeria Tempone Direttrice di Legambiente Basilicata Aps – deve essere fatta una riflessione più approfondita sulla città di Potenza che dopo i lusinghieri risultati raggiunti solo pochi anni fa nella gestione urbana dei rifiuti, con la raccolta differenziata cresciuta in breve tempo oltre il 65%, vive ormai una condizione di stallo o ancora più precisamente, di arretramento, non solo delle percentuali di raccolta differenziata ma anche del rispetto degli standard di qualità dei servizi. Su tutto questo pesa certamente il contesto regionale negativo, rispetto al quale però la città di Potenza dovrebbe svolgere un ruolo di maggiore protagonismo nello stimolare la transizione regionale verso modelli di economia circolare dei rifiuti”. È dunque quanto mai necessario rimettere mano al sistema di gestione dei rifiuti aprendo una fase nuova e positiva.

Ci auguriamo – dichiara Rosangela Polichiso Presidente del circolo locale Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente Potenza- che la nuova amministrazione sappia superare l’evidente appiattimento sui risultati raggiunti qualche anno fa e che ormai hanno esaurito la loro spinta propulsiva, rivitalizzando anche il ruolo dell’Acta, azienda municipalizzata cittadina, che deve necessariamente avere un ruolo di primo piano per far che il capoluogo di regione possa fare nuovamente un salto in avanti verso percentuali di raccolta differenziata e soprattutto di recupero di materia in linea con gli standard normativi e magari superarli”. La Legambiente su questo è disponibile al confronto costruttivo con l’Amministrazione e a fornire il proprio contributo nell’interesse della comunità.

Le conseguenze sono particolarmente negative non solo per le aree periferiche e le contrade del capoluogo che, come evidenziato con le iniziative di Puliamo il Mondo, da un lato soffrono in maniera particolare i fenomeni di abbandono selvaggio dei rifiuti e dall’altro non si vedono garantiti il diritto di un servizio di gestione dei rifiuti fornito secondo standard di qualità sufficienti, ma anche di aree a ridosso del centro storico, come l’area in prossimità del Parco di Montereale in cui i nostri volontari hanno rinvenuto pneumatici e addirittura uno sci.

“Anche se si è riscontrata una maggiore attenzione e sensibilità proprio a seguito delle iniziative di pulizia promosse negli anni in colloborazione con i comitati cittadini come quello di Aria Silvana – dichiara Daniela Pandolfo Presidente del Circolo Ken Saro Wiwa Legambiente Potenza- va affrontato con forza il tema del contrasto al conferimento e allo smaltimento illecito dei rifiuti attraverso, certamente, azioni di controllo e repressione da parte dell’Amministrazione comunale, ma anche e soprattutto con attività di sensibilizzazione ed informazione presso i cittadini disattenti o con scarso senso civico sottolineando, con tutti i mezzi disponibili, che l’abbandono di rifiuti è un reato e in città esiste un’isola ecologica (e attendiamo che possa essere al più presto operativa anche la seconda, come più volte annunciato) presso cui è possibile conferire gratuitamente diverse tipologie di rifiuti, in primo luogo gli ingombranti”