“Radici di Parità”, alla Fiera del Libro di Torino

Il presidente Pittella, l’ex presidente del Senato Grasso, la consigliera Verri, la Consigliera di Parità provinciale, Bonito, la Presidente dell’Associazione TOXD, Parigi, la componente CRPO, Di Pierro e la giornalista Forte discutono di parità e cultura

TORINO – “Radici di parità: agire nel presente, costruire il futuro” è il titolo dell’incontro promosso dal Consiglio regionale della Basilicata, che si è svolto oggi nello stand del Consiglio regionale della Basilicata al Salone del Libro di Torino. L’evento ha offerto un confronto di alto profilo sui temi dell’uguaglianza di genere, della cultura e della legalità. Protagonisti del dialogo sono stati il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, e Pietro Grasso, già Presidente del Senato e Procuratore Nazionale Antimafia, impegnati in uno scambio profondo sul valore e sull’impegno per la parità di genere quale leva di cambiamento sociale e istituzionale. Alla discussione hanno preso parte anche Viviana Verri, Consigliera regionale, Simona Bonito, Consigliera di Parità della Provincia di Potenza; Antonella Parigi, Assessora alla Cultura del Comune di Moncalieri e Presidente dell’Associazione “Torino Città per le donne”; Sofia Pierro membro CRPO della Basilicata e la giornalista lucana trapiantata in Piemonte, Elisa Forte. Presente tra il pubblico anche la Presidente del Co.Re.Com di Basilicata, Assunta Mitidieri.
Nel suo intervento, Simona Bonito ha illustrato le finalità del progetto “Radici di Parità”, un’iniziativa che si svilupperà nell’arco di un intero anno. Promosso dalla Consigliera di Parità della Provincia di Potenza insieme al Consiglio regionale, alla Prefettura e alla Provincia, il progetto celebra gli 80 anni del voto alle donne in Italia (1946-2026). Bonito ha spiegato come l’obiettivo sia costruire una comunità più consapevole e solidale attraverso la valorizzazione della memoria storica femminile, il rispetto dell’ambiente e il dialogo intergenerazionale. Le attività coinvolgeranno l’intero territorio provinciale e comprenderanno eventi pubblici dedicati al voto alle donne, la piantumazione simbolica di 21 alberi a rappresentare il legame tra storia e natura, laboratori di storytelling intergenerazionale e percorsi educativi nelle scuole sulla storia delle costituenti. Grazie a un approccio multidisciplinare e all’uso di tecnologie innovative come piattaforme digitali interattive, podcast e storytelling digitale, il progetto coinvolgerà donne di tutte le età, giovani e anziane, comunità locali, associazioni femminili, scuole e istituzioni. I risultati attesi sono significativi: un aumento della consapevolezza sulla parità di genere, la creazione di un archivio digitale di testimonianze femminili e una maggiore partecipazione delle donne alla vita sociale e politica. “Radici di Parità” si propone così di promuovere un cambiamento culturale duraturo, rafforzando il ruolo delle donne nella società e offrendo un modello replicabile in altre realtà territoriali, ha concluso Bonito. Tra le iniziative più rilevanti, la redazione di un libro edito dalla Fondazione Scintille di Pietro Grasso, in collaborazione con il Consiglio regionale, nel quale 21 scrittrici italiane racconteranno la storia di altrettante madri costituenti, valorizzando il ruolo delle donne nella costruzione dei diritti e della storia democratica italiana.
La consigliera regionale Viviana Verri ha proposto una riflessione sul modo di affrontare oggi la parità di genere, suggerendo una prospettiva nuova. “Di donne e parità parliamo spesso in termini negativi, soffermandoci sulla carenza di equità e sugli ostacoli ancora da superare – ha spiegato – ma ci avviciniamo a un anniversario importante, gli 80 anni del voto alle donne, e dobbiamo riuscire a trasformare quel diritto acquisito con fatica in un impegno politico attivo”. Verri ha aggiunto che, pur riconoscendo l’importanza delle normative che riequilibrano le quote di genere, “dobbiamo partire da una consapevolezza profonda per diventare protagoniste della vita politica, perché non serve uno strumento agevolativo, ma è necessario che il merito e l’impegno femminile siano riconosciuti per incidere sulle politiche di genere in modo autentico”. La Presidente Antonella Parigi ha posto l’accento sull’approccio innovativo necessario nel discorso sulla parità: “Non basta protestare, serve realizzare progetti concreti che cambino il substrato culturale del Paese. Nessuna nazione può crescere se il 50% della popolazione resta fuori dal lavoro; dunque, non si tratta solo di sviluppo culturale, ma anche di sviluppo economico, innovazione e ricerca”. Ha inoltre confermato l’intenzione di portare il progetto “Radici di Parità” anche in Piemonte: “Faremo la nostra parte per diffonderlo nel nostro territorio”. Sofia Di Pierro, componente della Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità tra Uomo e Donna e Segretaria Confederale UIL Basilicata, ha portato il saluto della Presidente della Commissione, Vittoria Rotunno, impossibilitata a partecipare. Nel suo intervento, ha sottolineato che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza distinzione” e ha ribadito come il titolo “Radici di parità” esprima già una visione che unisce passato e futuro. Di Pierro ha ricordato come il voto alle donne del 1946 rappresentò una conquista rivoluzionaria, ma ha evidenziato che oggi servono ulteriori passi avanti, come il diritto a un lavoro dignitoso e sicuro, che tenga conto anche dei rischi di genere. Ha condiviso dati significativi sulla condizione femminile nel mondo del lavoro: “Il 15,6% delle donne lavora part-time involontario, tre volte più degli uomini; solo il 21% ricopre incarichi dirigenziali e oltre il 42% delle donne è inattivo. Nel 2024 la condizione femminile resta un termometro delle disuguaglianze”. Ha inoltre sottolineato il contributo fondamentale delle donne nello stabilimento industriale Stellantis di Melfi, dove rappresentano quasi il 40% della forza lavoro. Elisa Forte, giornalista lucana trapiantata in Piemonte, ha evidenziato come il Festival Woman and the City, di cui è curatrice per conto di “Torino Città per le donne”, possa essere “una piccola macchina italiana preziosa per il progetto ‘Radici di Parità’”, ringraziando per il coinvolgimento.
Il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, nel suo discorso ha sottolineato l’importanza di un approccio culturale alla parità di genere, andando oltre la semplice applicazione delle norme. Ha affermato infatti: “Non possiamo conseguire la parità solo attraverso una norma. Le quote ci danno la misura esatta della distanza esistente tra i generi e rischiano di risolvere il problema in modo parziale, accontentandosi di un risultato superficiale che confina la questione in un angolo. Noi invece abbiamo bisogno di uno sforzo più profondo, di un salto di qualità culturale”. In questo senso, Pittella ha evidenziato come sia fondamentale un lavoro di prevenzione sin dalle scuole: “È necessario andare nelle scuole per promuovere una cultura di prevenzione legata alla parità di genere, perché altrimenti si rischia di costruire, anche sul piano politico, istituzionale e comunicativo, una società ancora profondamente diseguale”. Ha poi fatto un parallelo efficace con il tema della sanità: “È come se ci limitassimo a curare la salute delle persone solo quando scoppia un’emergenza, senza provare ad evitare che si ammalino. Quando riusciremo a fare prevenzione per la salute, sapendo che esiste anche una disparità nelle prestazioni, potremo finalmente guardare con maggior attenzione alle disuguaglianze sociali”. Particolare attenzione è stata rivolta al ruolo dei giovani e al dialogo intergenerazionale, elementi chiave per costruire un futuro più equo: “Dobbiamo rivolgerci sempre di più ai ragazzi giovanissimi, con cui oggi fatichiamo a comunicare, perché probabilmente non ascoltano nel tempo frenetico della rapida innovazione tecnologica”. Pittella ha concluso con una riflessione sul rapporto tra le generazioni: “Dobbiamo guardare ai giovani non solo come al nostro futuro, ma come a una fonte di arricchimento anche per noi stessi. Lo scambio tra generazioni è un processo che va in entrambe le direzioni. Spesso siamo abituati a pensare che dall’alto della nostra esperienza possiamo fornire ricette ai più giovani, quando invece siamo noi a doverci arricchire di ciò che loro ci offrono, cambiando così un paradigma consolidato”. Nel suo intervento l’ex Presidente del Senato e già Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, ha condiviso la sua esperienza e la sua visione sull’educazione alla legalità e alla parità di genere. “Mi sono dedicato interamente ai ragazzi, sia nelle scuole sia nelle università, ovunque possibile, e in parte anche agli amministratori pubblici, perché non guasta riuscire a fornire qualche informazione in più a chi ha il compito di amministrare i cittadini”, ha spiegato Grasso, presentando la sua Fondazione “Scintille di futuro”. Con questa Fondazione, Grasso si è proposto di creare cittadini consapevoli, educandoli alla legalità intesa non solo come rispetto delle regole — un dovere fondamentale — ma come una cultura che abbraccia un insieme di comportamenti finalizzati alla realizzazione dei principi cardine della nostra convivenza: libertà, uguaglianza, cittadinanza, solidarietà, tolleranza, rispetto dell’ambiente e delle persone. “Tutti questi valori — ha sottolineato — compresa la parità tra uomo e donna, fanno parte della formazione culturale del nostro Paese”. Per Grasso, il punto di partenza è imprescindibilmente la scuola: “Dobbiamo iniziare dalle basi, e le basi sono proprio le scuole. Sono ottimista e ricordo con piacere che molti passi avanti sono stati fatti”. Ripercorrendo alcune tappe fondamentali del cammino verso la parità di genere in Italia, ha ricordato il coraggio di Franca Viola, che nel 1965 si oppose al matrimonio riparatore, fino alle conquiste legislative più recenti come la Convenzione di Istanbul e il Codice Rosso. Pur riconoscendo l’importanza delle norme, Grasso ha evidenziato che “non bastano le leggi, bisogna soprattutto applicarle. Non serve dire che i magistrati devono interrogare la vittima entro tre giorni se poi ciò non avviene e non c’è alcuna sanzione”. A suo avviso, “è un problema culturale e per cambiare la cultura serve prevenzione, un lavoro che deve partire dalle basi, con la speranza che le future generazioni abbiano una formazione che non renda più necessario affrontare questi temi come emergenze”. L’ex Presidente del Senato ha poi illustrato alcune iniziative della sua Fondazione: “Il nostro slogan è ‘custodire la memoria, agire nel presente e costruire insieme il futuro’. È fondamentale fare rete, perché il lavoro di squadra permette di diffondere il messaggio anche nelle realtà più disparate”. Ha citato, a questo proposito, la collana di libri pubblicata dalla Fondazione, dedicata a figure femminili di successo come Margherita Cassano, Presidente della Corte di Cassazione, Anna Fasano, Presidente di Banca Etica, e Paola Severino, Presidente della LUISS. Grasso ha inoltre sottolineato l’importanza di esempi positivi nello sport: “Donne di eccellenza che possono ispirare le ragazze a pensare in grande, a sognare in grande, perché quando un sogno diventa collettivo ha una forza tale da potersi realizzare”. A questo proposito, ha espresso grande entusiasmo per il progetto “Radici di Parità”: “Daremo tutto quello che possiamo per portare avanti questa idea”. Nel volume collegato al progetto vengono ricordate le 21 donne costituenti, tra cui Nilde Iotti, diventata Presidente della Camera dei deputati, e Teresa Mattei, che ho avuto il privilegio di citare il giorno della mia elezione a Presidente del Senato”. A conclusione del suo intervento, Grasso ha raccontato l’origine del nome della sua Fondazione attraverso un episodio personale legato a Giovanni Falcone: “Una volta, in aereo con lui, Falcone mi disse: ‘Ho deciso di smettere di fumare, ma devi custodirmi un accendino d’argento perché, se un giorno decido di riprendere, me lo devi restituire’”. Dopo la strage, Grasso ha riflettuto su quell’accendino, che non avrebbe mai più potuto restituire, e ha deciso di portarlo sempre con sé come simbolo di forza per affrontare le difficoltà. “Quell’accendino ha una scintilla capace di accendere le fiaccole che tanti ragazzi e ragazze possono portare avanti per superare le difficoltà e finalmente raggiungere la parità tra uomo e donna. Ecco il significato della ‘scintilla’: è con questo spirito che affronteremo questa avventura”. Dopo l’evento il Presidente Pittella ha donato a Pietro Grasso la medaglia celebrativa dei 50 anni della Regione Basilicata.

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