Ranieri, il carisma dell’uomo oltre l’esperienza dell’allenatore

EDITORIALE – Trovar un amante del calcio a cui non vada a genio la figura di Claudio Ranieri è una vera e proprio utopia. Sir Claudio, come lo chiamano in Inghilterra dopo aver vinto lo storico scudetto nel 2016 alla guida del Leicester e aver valorizzato calciatori sconosciuti come Vardy, Mahrez e Kantè, è propio l’appellativo che più gli si addice. Il titolo con i Foxes del tecnico ormai 71enne è solo la ciliegina sulla torta di una carriera da allenatore lunga circa 35 anni. Le salvezza con la Sampdoria, la Coppa Intertoto UEFA e la Supercoppa UEFA con il Valencia, la Coppa Italia con la Fiorentina… sono solo una parte dei suoi successi, a cui va aggiunta l’incredibile “remuntada” di quest’anno a Cagliari, che ha permesso ai sardi di ritornare nuovamente in Serie A.

Ranieri infatti, dopo aver accettato l’incarico da allenatore in Sardegna, si è ritrovato dinanzi una situazione piuttosto difficile da gestire: una rosa con grande potenziale che occupava il 14esimo posto in Serie B e piuttosto distante dalla zona Playoff. Nonostante la situazione iniziale fosse questa, il finale di stagione ha decretato il Cagliari, insieme a Frosinone e Genoa, ripromosso nuovamente nella massima seria. Come? Nel modo più “ranieriano” possibile: vittoria in trasferta nel ritorno della finale dei playoff contro il Bari, in un San Nicola che vantava più di 50.000 mila spettatori, al 94’ grazie all’inserimento di Pavoletti. 

Il successo sportivo non è stato il solo in cui mister Claudio Ranieri si è distinto in questo match, infatti al termine, quando i tifosi cagliaritani hanno iniziato ad intonare cori offensivi contro i padroni di casa, recandosi sotto la curva ha implorato loro di smetter affinché gli avversarsi ricevessero il rispetto che meritavano. Solo l’ultimo degli episodi in cui si è fatto apprezzare per la sua umanità e in cui ha dimostrato quanto il carisma dell’uomo sia prioritario sull’esperienza e la preparazione dell’allenatore.

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