L’Arte come l’Alchimia è un processo creativo che si esplica attraverso un dar forma mediante una lavorazione materiale e una progettazione mentale, entrambe ricalcano l’atto della Creazione e possono leggersi come ripetizione della Genesi.
Infatti, alcuni artisti del Rinascimento erano così convinti che l’Arte fosse una sorta di ripetizione del gesto creativo di Dio, da credere che attraverso il procedimento della pittura, della scultura o dell’incisione si avesse una sorta di variante del processo di costituzione della realtà.
L’Alchimia veniva chiamata anche Arte, Ars Magna, infatti se immaginare per l’alchimista come per l’artista equivale a creare, così creare è immaginare, tanto che per gli alchimisti il mondo è stato immaginato da Dio (da ricordare che gli alchimisti fanno riferimento all’immaginazione vera e non a quella fantastica).
L’Alchimia quindi fa da ponte fra l’artista e il Creatore, identificando l’alchimista stesso con il Redentore visto il loro similare compito nei confronti della materia.
L’unione della scienza e della magia dà quindi l’alchimia, attraverso essa si ha lo studio di tutti gli aspetti del trasformare, dalla trasformazione dell’universo alla trasformazione di un metallo in un altro. Il fine del processo alchemico per il buon alchimista era però la trasformazione di se stesso in modo tale da giungere di conseguenza alla trasformazione di tutto il mondo.
Tra i primi e più famosi alchimisti vanno ricordati John Dee ed Edward Kelly, pare che a quest’ultimo si deve il ritrovamento all’interno della tomba di un vescovo di due sfere di platino contenenti una polvere particolare la quale venne poi utilizzata dai due alchimisti per effettuare le trasmutazioni alchemiche.
Attraverso l’utilizzo di questa “polvere magica” sia Dee che Kelly effettuarono diverse trasmutazioni alchemiche, fino a quando la Chiesa di Roma non li bollò come negromanti bloccandone così le pratiche alchemiche.
E’ soprattutto nei secoli XVI e XVII che la cultura ermetica ed alchemica ha avuto un ruolo di fondamentale importanza, facendola risalire ad un comune modo di intendere e di vedere le cose che aveva quale principio più importante la ciclicità delle fasi della natura e della storia, assunto che è alla base dell’ermetismo.
Questo tipo di cultura influenzava anche le ricerche mediche, è solo nel Seicento infatti con l’utilizzo del metodo sperimentale galileiano che le malattie vengono studiate con un nuovo rigore scientifico.
Altro parallelismo fra Arte e Alchimia può essere letto in relazione al fatto che il processo creativo dell’alchimista ha luogo attraverso il primo momento dell’opus che comporta angoscia e travaglio e cioè la melanosi alchimistica, così pure la creazione artistica, il genio creatore è contraddistinto dal travaglio e dall’angoscia del primo momento della creazione e cioè quello della melanconia; non a caso l’artista viene spesso considerato per questo suo temperamento malinconico un “nato sotto Saturno” per dirla alla Wittkower;
Lo stesso E. Panofsky leggeva nella celebre incisione realizzata dal Durer Melencolia I, un riferimento alla condizione del genio artistico supponendo però che Durer ne volesse indicare i limiti.
Ulteriore analogia tra Arte e Alchimia è da prendere in considerazione proprio in riguardo al procedimento dell’acquaforte, tecnica di incisione prediletta da Durer che fu anche il primo ad usarla, essa ha molto in comune con il processo alchemico, in quanto l’acquaforte comune e cioè l’acido nitrico era usato nell’alchimia pratica per separare l’oro dall’argento, e proprio dall’acquaforte comune prese il nome il procedimento artistico basato appunto sull’acido nitrico.
