Rapporto Svimez 2019, oltre 1mln di giovani hanno lasciato il Sud dal 2000

Presentato questa mattina ai parlamentari il Rapporto SVIMEZ 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno alla presenza della vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del Ministro per il Sud Peppe Provenzano e i rappresentanti della Svimez tra cui il direttore Luca Bianchi.

“Il Mezzogiorno nella nuova geografia europea delle diseguaglianze” è questo il titolo scelto per presentare i dati di quest’anno. Un titolo che sintetizza l’analisi che la SVIMEZ ha fatto del doppio divario Nord/Sud e Italia/Europa, della rottura dell’equilibrio demografico, dell’aumento delle diseguaglianze tra cittadini e territorio.

“I nuovi temi dell’antica questione meridionale impongono un cambio di prospettiva nell’analisi della stagnazione italiana”, ha evidenziato, fra le altre cose, il direttore Luca Bianchi nella sua relazione. Tematiche verso le quali il Direttore Svimez aveva già posto la sua attenzione nel mese di agosto, dove nel corso di un’intervista aveva rimarcato la “sostanziale disattenzione verso i temi del Sud”, questione che ivl24 ha già riportato su questo portale.

Dall’inizio del 2000 “hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2 milioni di residenti: la metà sono giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati; il 16% circa si sono trasferiti all’estero e di questi poco meno di un milione non tornano più al Sud. E’ quanto emerge dal Rapporto Svimez.

La Svimez ha rilevato come la “nuova migrazione” sia figlia dei profondi cambiamenti intervenuti nella società’ meridionale, un’area che sta invecchiando e che non si dimostra in grado di trattenere la sua componente più giovane.
Nel 2017 gli appartenenti a queste due classi di età che lasciano definitivamente una regione del Sud ammontano rispettivamente, a 16 mila e a 12 mila unità. Oltre il 68% dei cittadini italiani che nel 2017 ha lasciato il Mezzogiorno per una regione del Centro-Nord aveva almeno un titolo di studio di secondo livello: diploma superiore il 37,1% e laurea il 30,1% (nel 2010 le quote risultavano rispettivamente pari al 38,7% e a 25,1%).

La consistente perdita dei giovani laureati interessa tutte le regioni del Mezzogiorno e assume un rilevo maggiore in Basilicata e in Abruzzo, rispettivamente il 33,9% e il 35,0%. Nelle altre regioni del Mezzogiorno la quota dei laureati che si trasferisce al Centro-Nord supera sempre il 30% con l’eccezione della Campania (29,1%) e della Sardegna (28%).

Abruzzo, Puglia e Sardegna sono state le regioni che nel 2018 hanno registrato il più alto tasso di crescita, rispettivamente +1,7%, +1,3% e +1,2%. A dirlo è il Rapporto SVIMEZ 2019 presentato alla Camera. Nel Molise e in Basilicata il PIL è cresciuto del +1%. In Sicilia ha segnato +0,5%. Dato negativo per Campania, a crescita zero nel 2018, e Calabria, che ha registrato una flessione del PIL di -0,3%.

Sud tagliato fuori da servizi ferroviari ad alta velocità. Tra Sud e Centro-Nord c’è un divario “storico” che riguarda i servizi per la mobilità.
“Se riparte il Sud, riparte l’Italia. Non è uno slogan, – lo ha detto nell’intervento odierno durante la presentazione del rapporto Svimez il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – ma un’affermazione che nasce da una consapevolezza che deve guidare l’azione di governo”.

Alcune slides del rapporto.

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