POTENZA – Creare una rete di neuroradiologia interventistica tra le strutture sanitarie lucane per ridurre la mortalità e le conseguenze legate alla disabilità in caso di patologie quali l’ictus.
Se n’è discusso questa mattina nel dipartimento Politiche della persona al tavolo tecnico convocato dall’assessore alla Salute e Politiche sociali della Regione Basilicata, Rocco Leone, a cui hanno preso parte radiologi, neurologi e neurochirurghi che operano all’ospedale San Carlo e al Madonna delle Grazie di Matera.
“Con l’incontro di oggi – ha detto Leone – avviamo un percorso che ci porterà in tempi brevi ad una rete regionale di specialisti in grado di dare risposte adeguate alle persone che affrontano problematiche di questa natura. Puntiamo a ridurre la mortalità e a migliorare la qualità della vita dei pazienti, dal momento che queste patologie si ripercuotono nella sfera sociale, familiare e lavorativa, conseguendo peraltro un risparmio economico per il nostro sistema sanitario. Per comprendere l’importanza di una risposta sanitaria tempestiva ed efficace – ha proseguito l’assessore – è sufficiente pensare al fatto che in Basilicata si registrano 4 casi di ictus giornalieri e il conseguente costo complessivo per ciascun paziente si aggira intorno a 200 mila euro. Dobbiamo fare il possibile – ha concluso il componente del governo regionale – per incentivare i giovani medici a venire e a rimanere in Basilicata e progetti come quello di cui abbiamo parlato oggi possono certamente servire a incentivarli”.
Tra le priorità emerse nel corso della riunione tecnica, quella di coinvolgere giovani medici lucani, già individuati dai direttori delle unità operative interessate, nell’ambito di iniziative formative specialistiche da svolgersi in ospedali italiani con una lunga tradizione in questo campo.
Il tempo – hanno spiegato gli specialisti parlando delle attività che si potrebbero concretizzare con un progetto regionale di neuroradiologia interventistica – è fondamentale quando parliamo di ictus. Entro poche ore, se il farmaco sistemico non riesce a sciogliere il trombo bisogna intervenire con la procedura della tromobolisi meccanica: un catetere viene infilato attraverso l’arteria femorale per raggiungere i vasi cerebrali e poi si procede con l’aspirazione fino ad ottenere la disostruzione e la rivascolarizzazione.
Leone si è impegnato a includere il prossimo anno, tra quelle finanziate dalla Regione, due borse di specializzazione per la figura del radiologo interventista.