LAURIA (PZ) – “Il percorso per l’approvazione del regolamento dei beni comuni prosegue. Dopo la fase più squisitamente democratica attraverso la consultazione con i cittadini e le associazioni, oggi, come delegato del Sindaco in materia, ho avuto un secondo incontro con il Segretario comunale, Avv. Donato Boccia, e con la Responsabile del settore affari generali e sociali, dott.ssa Gaetana Ielpo, per approfondire tutte le questioni tecnico-giuridiche del regolamento da presentare al Consiglio Comunale per la definitiva approvazione.
In attesa del lavoro degli Uffici dell’Ente e delle integrazioni che vorranno apportare alla bozza sulla scorta degli elementi di valutazione loro sottoposti e da essi stessi evidenziati, ci avviamo, finalmente, alla conclusione di questa fase regolamentare. A livello di definizioni, giova ribadire che i beni comuni, sia materiali che immateriali sono il frutto di un’alleanza tra cittadini e Amministrazione pubblica;
hanno una comunità che li cura e li gestisce con la stessa passione con cui si prenderebbe cura delle proprie case o dei propri giardini; sono aperti e democratici: sono a beneficio di tutti (non solo del gruppo di cittadini o l’organizzazione che se ne occupa)”. Lo rende noto l’avvocato e delegato del sindaco Pittella sui beni comuni, Italo Grillo.
“Il patto di collaborazione è lo strumento che si utilizza per definire gli obiettivi, le azioni, le responsabilità delle parti coinvolte nel percorso di cura del bene comune. In altre parole, è l’ accordo tra cittadini attivi e il Comune. Il patto”, spiega l’avvocato lauriota, “è uno strumento bidirezionale: da un lato l’Amministrazione valuta le proposte che arrivano dai cittadini attivi e dall’altro può essa stessa individuare delle aree di particolare interesse pubblico e promuovere delle manifestazioni d’interesse”.
“I cittadini attivi sono tutti i soggetti, singoli e associati (gruppi strutturati e non) che si rendono disponibili – per periodi di tempo definiti – ad individuare, curare e gestire un bene comune.Le azioni che si possono portare avanti nell’ambito dei beni comuni sono di due categorie:
1) azioni di cura, ovvero interventi volti alla protezione, alla conservazione e alla manutenzione che garantiscono una migliore fruibilità e qualità del bene comune;
2) azioni di rigenerazione, che stanno ad indicare interventi più complessi di gestione condivisa, recupero, trasformazione dei beni comuni”, conclude Grillo.