POTENZA – Sodalizi autoctoni costretti alla forzata convivenza e continue infiltrazioni mafiose da parte soprattutto di ‘ndrangheta, camorra e clan pugliesi. Questo il panorama criminale fotografato dalla Direzione Investigativa Antimafia nella relazione del primo semestre 2022, caratterizzato dallo storico avvento della sezione operativa della Dia a Potenza inaugurata il 7 marzo di un anno fa. Le difficoltà economiche delle imprese e l’elevato tasso di disoccupazione rappresentano un fattore di vulnerabilità alle pressioni delle cosche mafiose delle regioni confinanti.
I diversi clan, seppur indeboliti dalle operazioni della Dda, sono particolarmente inclini a rigenerarsi con crescente attività di proselitismo e diversificazione delle attività illecite.
Tre le aree della regione a maggior concentrazione mafiosa: Potenza e il suo hinterland con i clan Riviezzi e Martorano, il Vulture Melfese con le nuove leve dei clan Cassotta ed ex Di Muro-Delli Gatti e il Metapontino con il clan Schettino. Ma la Dia lancia l’allarme anche sulla zona del Lagonegrese, dove sarebbe in corso una vera e propria colonizzazione. Evidenziati anche diversi tentativi in tutta la Regione di infiltrazione nella pubblica amministrazione, con il rischio di una preoccupante diffusione della cosiddetta mafia dei colletti bianchi in un periodo caratterizzato dall’arrivo di ingenti fondi del Pnrr.