EDITORIALE – In Italia sono quasi 6 milioni i volontari che, inseriti in oltre 350 mila organizzazioni del Terzo Settore, praticano il civismo attivo e favoriscono, con il loro impegno quotidiano, una società aperta e inclusiva e, in definitiva, la coesione sociale del nostro Paese.
“Le realtà del Terzo Settore, del non profit, rappresentano una rete preziosa di solidarietà. Si tratta di realtà che hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona” ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno 2018 “e meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni. Anche perché, sovente, suppliscono a lacune o ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto… È l’immagine dell’Italia positiva che deve prevalere”. Il loro esempio rappresenta quella parte importante dell’Italia che “ricuce” e che dà fiducia.
Il volontariato organizzato, che nel mondo coinvolge circa un miliardo di persone di ogni età e sesso, esprime una ricchezza fondamentale per la società civile in termini di solidarietà, di partecipazione e di attenzione all’interesse generale e costituisce un vero e proprio antidoto all’indifferenza e all’egoismo.
La 34ma Giornata Mondiale del Volontariato per lo Sviluppo Economico e Sociale si celebra proprio oggi, 5 dicembre, in tutto il mondo e anche in Italia. Con lo slogan “Volunteer for an inclusive future”, l’UNV, l’Agenzia delle Nazioni Unite dedicata al fenomeno, pone l’accento sul ruolo che ha il volontariato nel favorire l’inclusione sociale. Inoltre, si deve evidenziare il forte richiamo al decimo dei 17 Obiettivi fissati dall’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile: “Ridurre le disuguaglianze all’interno e fra le nazioni”.
“Il volontariato -dichiara l’UNV- fornisce alle persone, in particolare a quelle più frequentemente escluse, opportunità che hanno impatto concreto sulle loro vite e svolge un ruolo costruttivo nelle comunità attraverso la messa a disposizione gratuita di tempo e capacità”.
A titolo meramente esemplificativo, a livello globale il solo Rotary International svolge oltre 16 milioni di ore di volontariato all’ anno; a livello locale, associazioni come l’Angelo Custode sono state pioniere nei servizi ai disabili con l’istituzione di centri diurni e case famiglia per il “dopo di noi”. Ma innumerevoli sono i settori di intervento dei volontari lucani: dagli anziani ai minori, dalla protezione civile in caso di calamità alla tutela della donna, dall’istruzione per tutte le età alla raccolta del sangue…
Abbiamo visto l’importanza del volontariato organizzato dal punto di vista sociale, ma cosa è il Terzo Settore da un punto di vista giuridico?
La definizione di Terzo Settore si trova nella Legge Delega n° 106/2016 (articolo 1, comma 1): “Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.”