Rimozione monolite rifiuti radioattivi. Maxioperazione all’Itrec di Rotondella

Rotondella (MT) – Maxioperazione per la rimozione del monolite in cemento armato contenente rifiuti radioattivi nell’impianto Itrec della Sogin di Rotondella (Matera). Le operazioni si sono concluse nella giornata di ieri con l’estrazione definitiva della struttura verticale di 130 tonnellate di massa e un volume di 54 metri cubi. Ingegneristica tutta italiana. Si trova a 6,5 metri di profondità dal piano campagna e al suo interno, suddivisi in quattro pozzi a sezione quadrata, vi sono fusti con rifiuti a media radioattività, inglobati in malta cementizia, derivanti dall’esercizio dell’impianto.

“La fase più delicata e difficile – ha spiegato il responsabile della disattivazione impianti, ing. Vincenzo Stigliano, lucano, che proprio ieri ha compiuto 48 anni – è stata quella della separazione nei quattro pozzi”. Le 64 barre di uranio ad alta attività del sito di Rotondella sono depositate in sicurezza nella piscina, mentre nei pozzi estratti di cui si è ultimata la fase oggi, sono contenuti alcuni elementi a media radioattività. I quattro pozzi rimossi sono stati trasferiti in massima sicurezza in un deposito del sito per il loro stoccaggio temporaneo e per poi essere ritrattati in una fase successiva.

Il dissotterramento è avvenuto alla presenza della stampa posizionata su un palchetto a distanza di circa una cinquantina di metri dal luogo dell’estrazione. Una gru ha estratto quindi l’ultimo pozzo posizionato in modo verticale per poi girarlo orizzontalmente su una struttura per permetterne poi il trasporto. “Una tecnica tutta italiana – ha detto Stigliano – che è un modello per tutto il mondo”. L’attività che ha portato alla fase finale di ieri è durata 12 anni dalla progettazione alla messa in opera. Il sollevamento e l’estrazione dei singoli pozzi è l’ultima fase dei lavori che consentiranno di procedere alla bonifica e al rilascio dell’area della Fossa 7.1.

“Tutte le attività che Sogin svolge – è stato sottolineato – sono autorizzate e vengono vigilate da Autorità ed Enti, locali e nazionali, preposte a sovrintendere e a sorvegliare, ciascuna per la propria competenza, i lavori di smantellamento e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi presenti negli impianti”. “Per la prima volta si svolge, in Italia, qui a Rotondella, un’attività di bonifica di questo tipo per la complessità e la delicatezza delle operazioni della messa in sicurezza e rimozione. Una delle sfide nuove e senza precedenti. Più con questo avvenimento così importante che inizio il mio nuovo ruolo”. Così il presidente della Sogin, la società di Stato che gestisce lo smantellamento degli impianti nucleari italiani, Luigi Perri, appena insediato, durante le fasi finali di rimozione del monolite contenente rifiuti radioattivi di media e bassa attività, all’impianto Itrec nel materano.

“Dopo anni di attesa e di pazienza – il commento dell’assessore regionale Gianni Rosa- da parte dei lucani siamo giunti a un’avanzata fase nelle operazioni di messa in sicurezza, nella speranza che si arrivi quanto prima alla riconsegna dell’intera area”. “All’interno del monolite – ha ricordato l’assessore – sono conservati fusti di tipo petrolifero da 220 litri, inglobati in malta cementizia, all’interno di quattro pozzi. Ieri si è provveduto al sollevamento e all’estrazione di quel blocco contenente materiali pericolosi”

Per quanto riguarda la rimozione del monolite, ecco le fasi: barriera idraulica; copertura ad hoc per il confinamento statico e dinamico dell’area; scavo attorno al monolite e suo consolidamento; indagine per definire il posizionamento dei fusti nei quattro pozzi; drenaggio liquidi individuati; stabilizzazione del monolite con strutture metalliche appositamente realizzate e incapsulamento in un’apposita struttura d’acciaio. Quindi taglio orizzontale perforando la base della struttura mediante un carotiere, e quello verticale con filo diamantato dall’alto verso il basso, separando uno dall’altro i quattro pozzi. Infine installati specifici sistemi di sollevamento dimensionati per sostenere ogni singolo pozzo che completo dei contenitori in acciaio ha un peso di circa 45 tonnellate