MARATEA (PZ) – “Partendo dal 2017 quando si capì che bisognava valutare seriamente l’impatto ambientale dell’impianto, passando per l’aprile del 2021 che vide la redazione vergognosa della VINCA, arrivando oggi al via libera del Ministero, vorrei provare a fare chiarezza. Il 15 settembre del 2017, la Regione Basilicata giunta Pittella, analizzando fattori ambientali importanti e anteponendo l’ interesse per la salvaguardia degli Habitat riconosciuti dalla Rete Natura 2000 del Fiume Noce e delle acque marittime di Maratea, impone il diritto all’emanazione della valutazione dell’incidenza ambientale, inserendo la stessa nella procedura di rilascio delle autorizzazioni per la riapertura dell’impianto, in capo alla Regione Calabria. Il documento è Prot. 0143813/23AB a firma della dirigente Emilia Piemontese”. Lo scrive in una nota Manuel Chiappetta, rappresentante delle Imprese di Pesca di Maratea.
“Il 24 aprile 2021, la Regione Basilicata giunta Bardi, con Assessore all’ambiente Gianni Rosa,
trascurando il principio di precauzione, non considerando le importanti caratteristiche degli Habitat riconosciuti dalla Rete Natura 2000 delle acque marittime di Maratea, valutando solo quelli del Fiume Noce, concede il parere favorevole di valutazione di incidenza in fase di screening. Il provvedimento dirigenziale è la Vinca Prot. 0007989/2021 a firma del dirigente Giuseppe Galante. Il 29 settembre 2021, presso villa Nitti ad Acquafredda di Maratea, il già Assessore Gianni Rosa, contornato da una flotta di dirigenti dipartimentali, di fronte ad una platea di Sindaci e Imprenditori, garantì che l’impianto non sarebbe stato dannoso per il territorio e che l’ARPA Basilicata avrebbe controllato ogni impatto, così come previsto dalla Vinca. Il 21 dicembre 2021″, si legge nella nota, “il Consiglio Regionale di Basilicata approva ad unanimità, una mozione che impegna la Giunta Regionale a richiedere agli uffici competenti, nel rispetto dell’autonomia amministrativa, un approfondimento dell’istruttoria, al fine di pervenire in autotutela alla revoca della Vinca. Mai nessun seguito è stato dato a questa delibera, confermando le voci che la stessa, fu un accordo tra maggioranza e una parte dell’opposizione, per giustificare il voto definito “stampella” per la sopravvivenza della giunta Bardi”.
“Il 23 dicembre 2021 il Comune di Tortora (CS), amministrazione Toni Iorio, protocolla un ricorso contro la Vinca innanzi il TAR di Basilicata con circa due mesi di ritardo secondo norma, e dopo aver perso tempo presentandolo in precedenza innanzi al TAR Calabria, incompetente territorialmente. Tutto questo scritto nelle due sentenze dei rispettivi TAR, confondendo definitivamente, le Comunità che avevano affidato al comitato Fiume Noce e al Comune di Tortora le strategie di lotta. Da quel momento in poi, ogni azione di lotta organizzata ha voluto tener fuori le voci popolari che ritenevano opportuno continuare nella battaglia contro la Vinca, ritenuto da queste, l’atto più importante al fine del rilascio della autorizzazione alla riapertura dell’impianto”, spiega Chiappetta.
“Sempre più convinto che la soluzione al problema San Sago, risieda nella capacità politica
governativa Lucana di costringere i dipartimenti Ambiente di Basilicata e Calabria alla redazione di una valutazione ambientale appropriata, in considerazione degli Habitat Marini della Costa di Maratea e dell’isola di Dino, ricchezze di biodiversità riconosciute a livello mondiale, chiedo, a chi si è arrogato la responsabilità di scegliere le strategie di lotta, di dimettersi da ogni carica rappresentativa. Alla Rappresentanza Politica locale e Nazionale chiedo, di fare eco sull’esercizio di legittimità, che l’istituzione dell’ Area Marina Protetta di Maratea, può avere nei confronti di una nuova fase di Valutazione Ambientale tecnica dell’impianto”, conclude il rappresentante delle Imprese di Pesca di Maratea..