Sanità e politica, udienza rinviata al prossimo 8 marzo

POTENZA – Falsa partenza per l’udienza preliminare del processo relativa alla maxi-inchiesta della procura di Potenza sulla sanità lucana e il presunto mercimonio politico-elettorale a Lagonegro in occasione delle elezioni amministrative del 2020, culminata nell’ottobre del 2022 con misure cautelari e perquisizioni.

Il gup del tribunale di Potenza, Francesco Valente, ieri mattina ha rinviato l’udienza al prossimo 8 marzo dopo che le difese hanno fatto notare problemi nell’indicizzazione degli atti contenuti nel fascicolo d’inchiesta della procura del capoluogo di regione. Sono 27 gli imputati che rischiano di finire a processo: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, concussione e abuso d’ufficio: questi i reati contestati, a vario titolo, in circa venti capi di imputazione. Tra i nomi spiccano quelli del governatore Vito Bardi, del senatore lucano di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa (all’epoca dei fatti assessore regionale), dell’attuale assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli, degli ex assessori regionali Rocco Leone e Francesco Cupparo, del consigliere regionale di Forza Italia, Francesco Piro, dell’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio e del direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera. E la notizia principale dell’udienza di ieri arriva proprio dal filone d’inchiesta che gravita attorno al nosocomio potentino.

L’ex dg del San Carlo, Massimo Barresi, ha chiesto di costituirsi come parte civile nei confronti della prima giunta Bardi. Era stato proprio Barresi a raccontare ai pm potentini le presunte pressioni politiche da parte del governo regionale per assecondare richieste alle quali, lui, invece, si sarebbe fermamente opposto.

(Fonte, La Nuova del Sud)

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