Sanità, Rizzo (Cisl Medici): «Sentenza TAR su scelta casa della comunità evidenzia un grave vulnus procedimentale»

Per il sindacalista a rischio anche il Piano Operativo Territoriale e l’attuazione efficace della misura 6 del PNRR

POTENZA – «La sentenza del TAR che condanna la Regione Basilicata e l’ASP in merito alla ubicazione a Viggianello della casa della comunità è un ulteriore colpo alla credibilità della Giunta regionale e conferma la totale improvvisazione dell’azione amministrativa sulle questioni sanitarie». È quanto dichiara il segretario generale della Cisl Medici Basilicata Serafino Rizzo che considera «particolarmente grave il fatto che la bocciatura sia arrivata su un vizio di competenza della Giunta regionale che avrebbe adottato la scelta di Viggianello quale sede della casa della comunità bypassando la competenza del Consiglio regionale che, a norma di legge, approva il piano sanitario regionale predisposto dalla Giunta, non rilevando l’intervenuto parere favorevole della commissione consiliare competente, perché trattasi di atto di natura endoprocedimentale, inidoneo a surrogare la prescritta deliberazione del Consiglio regionale».

«È di tutta evidenza – prosegue il segretario generale della Cisl Medici Basilicata – che siamo di fronte ad un grave vulnus procedimentale e di una sentenza che potrebbe fare giurisprudenza, determinando la paralisi degli atti programmatori adottati fin qui dalla Giunta regionale fuori dal perimetro delle norme e mettendo in discussione la tenuta dell’intero Piano Operativo Territoriale, adottato ai sensi del D.M. 77/2022 con deliberazione della Giunta regionale n° 948 del 30 dicembre 2022, e di conseguenza l’attuazione efficace ed efficiente della misura 6 del PNRR.

Si conferma, ancora una volta, quanto denunciato a più riprese dalla Cisl Medici circa la reiterata e sistematica tendenza di questa amministrazione regionale ad agire al di fuori delle regole. Almeno in questo va riconosciuto al Governo regionale una perfetta coerenza di condotta, certamente non conforme a quei princìpi di etica a più riprese evocati», conclude Rizzo.