POTENZA – Si chiude, per la maggior parte degli imputati, il processo sui concorsi e le nomine nella sanità lucana, la cosiddetta vicenda “Sanitopoli”. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello del tribunale di Potenza, respingendo dunque i ricorsi. Tra le condanne, quella a carico della ex direttrice amministrativa dell’Asm, l’Azienda sanitaria di Matera, Maria Benedetto: per lei, cinque anni di reclusione per falso materiale. Due anni e sei mesi di reclusione per concorso morale in falso ideologico, invece, la pena per l’ex direttore generale della stessa azienda, Pietro Quinto, già prosciolto e assolto in primo e secondo grado per altri sette capi d’imputazione. “Sicuramente valuteremo il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per chiedere giustizia verso una condanna inspiegabile”, fa sapere Quinto, assistito dai legali Mormando e Rampioni.
Condanne anche per il dirigente e la funzionaria del Crob, Gianvito Amendola e Angela Capuano, e per Giovanni Berardino Chiarelli, ex dirigente dell’Asp. Annullate, con rinvio alla Corte d’Appello di Salerno, le condanne per le dipendenti dell’Asm Anna Rita Di Taranto e Maria Evangelista Taccardi. I fatti risalgono al 2018. L’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura di Matera, partì da anomalie nell’affidamento del trasporto in autoambulanza per poi allargarsi a nomine e concorsi viziati. Tra gli indagati ci fu anche l’allora presidente della Regione Marcello Pittella che, sospeso dalla carica, si dimise nel 2019. Pittella fu assolto nel processo di primo grado, nel 2021; assoluzione confermata anche lo scorso marzo nel processo d’appello.