SantaVenere di Maratea, il Dottor Barletta risponde a Cronache Lucane

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO la risposta del Dott. Paolo Barletta all’articolo delle Cronache Lucane datato 11 Giugno 2021 – “Giù le mani dalla Perla del Tirreno”

POTENZA – Gentilissimo Direttore Leccese,

non sono solito entrare nel merito di attività operative delle società controllate dal nostro gruppo, né, parimenti, voler interferire con il lavoro del mio team e nell’interlocuzione con le Istituzioni.

Scrivo però questa lettera, che Le chiedo di pubblicare, perché penso che sia giusto e doveroso, nei confronti dei cittadini di Maratea e dell’intera Regione Basilicata, rispondere alla prima pagina di oggi e alla polemica a tratti sterile e fuorviante che l’articolo riporta. 

Il Santavenere di Maratea è uno dei molti progetti del Gruppo da me guidato, ma non per questo non ha per me la massima priorità. Credo infatti che quando un imprenditore si trova a sviluppare un luogo simbolo di un’intera comunità, non possa più agire secondo logiche personalistiche, bensì debba tenere in considerazione tutte le esigenze della comunità stessa. Un’attenzione che parte dalle persone, dagli imprenditori locali, dai commercianti, fino ad arrivare alle Istituzioni e alla politica.  

Il Santavenere di Maratea è stato per anni tenuto fuori dai circuiti internazionali e mai adeguato a quegli standard di qualità e sicurezza che un luogo simbolo del turismo italiano meriterebbe.  Per questa ragione, il nostro arrivo ha previsto e messo in conto un importante e radicale piano di ristrutturazione e di miglioramento degli standard qualitativi. Un percorso di almeno 24 mesi che avrebbe potuto riportare il Santavenere al suo massimo splendore e giocare finalmente il giusto ruolo che dovrebbe avere nell’hospitality italiana. Per far questo, come messo in conto per il Grand Hotel Minerva – Orient Express di Roma o altre proprietà del nostro Gruppo, il processo corretto sarebbe stato una chiusura completa fino al termine dei lavori. 

A volte, quanto è corretto per una società privata e a scopo di lucro, potrebbe non essere altrettanto corretto per una comunità. Per questa ragione ho compreso da subito il grave danno che avremmo potuto causare a Maratea e all’intera Basilicata, qualora avessimo deciso di non aprire l’hotel nei prossimi anni a causa della partenza del nostro completo progetto di ristrutturazione. Un danno diffuso che avrebbe tenuto lontano da Maratea e dalla Regione Basilicata un pubblico altospendente che ogni anno vuole godere di uno dei più begli angoli di costa italiani. Ne avrebbero sofferto i ristoratori, gli albergatori locali, i commercianti, i fornitori, i servizi di trasporto e le casse comunali. Ne avrebbe risentito il Festival Marateale e tutti i suoi ospiti, ma soprattutto ne avrebbero risentito tutti coloro che, nonostante il covid, hanno fatto sforzi e sacrifici per investire sulla prossima stagione e sugli anni a venire, scommettendo sulla ripresa del mercato turistico. 

Per questa ragione Direttore, abbiamo deciso, già da mesi, di scongiurare una chiusura della struttura e di eseguire il nostro progetto in 3 o addirittura 4 anni, garantendo così, in ogni stagione, l’apertura dell’hotel Santavenere. Una scelta onerosa per la nostra società e anche per la società di gestione del Dott. Melpignano. Una scelta che costerà perdite per almeno il prossimo biennio, perdite operative che avrebbero potuto essere evitate ma che, sono fortemente convinto, avrebbero altresì danneggiato l’intera comunità. L’etica di Arsenale Spa non può e non vuole creare profitti sulle spalle di altre persone e con questa fortissima convinzione, abbiamo agito utilizzando il cuore e non il portafoglio. 

Questa scelta, tra l’altro, l’abbiamo fatta anche e soprattutto partendo dalla stagione 2021. Una stagione che a causa della pandemia e delle limitazioni che tutti conosciamo, sarà ancora più onerosa, ma proprio per questo ancora più densa di significato.

Per riaprire la Perla del Tirreno però, abbiamo dovuto lavorare e correre negli scorsi mesi per adeguare l’hotel agli standard minimi di sicurezza, oltre che di decoro, che un hotel non manutenuto e chiuso da quasi 24 mesi comporta. Specifico questo aspetto perché credo che sia doveroso spiegare alle persone come stanno davvero le cose al netto delle carte e dei documenti che non spetta giustamente a noi controllare o sindacare. 

I lavori in corso al carrubo servono a creare le condizioni minime per permettere agli ospiti del Santavenere di usufruire della zona mare dell’hotel. Tutti coloro che vorranno organizzare degli eventi, a partire proprio dalle giovani coppie di futuri sposi che hanno già dovuto attendere oltre un anno per realizzare la loro promessa, hanno necessità di avere dei luoghi fruibili, adeguati e soprattutto sicuri. La struttura che stiamo realizzando e che riteniamo assolutamente conforme ai regolamenti comunali e regionali, la stiamo costruendo per questo scopo. La “cementificazione” di cui l’articolo parla non è null’altro che la costruzione di una struttura in legno che, seppur amovibile, deve garantire determinati standard di sicurezza, soprattutto in un luogo dove il vento e il mare potrebbero giocare un ruolo devastante per la sicurezza dei nostri ospiti. 

L’unica informazione esatta dell’articolo di oggi è quella in merito alla demolizione della struttura esistente. Una piattaforma di legno scadente, completamente usurata e che a tutti coloro che passavano (a loro rischio e pericolo) o ormeggiavano davanti alla baia dell’hotel, faceva percepire il degrado e lo stato di abbandono della Perla che il titolo di oggi sembrasse voler tanto preservare.

Chi mi conosce Direttore, sa che io non sono una persona che ama far polemica e che cerca di combattere le voci e le “illazioni” con i fatti. Per questo stiamo mettendo anima e corpo per aprire almeno dai primi di luglio questo incredibile hotel e speriamo di avere la collaborazione di tutti per farlo. Non aprire, credo, porterebbe un danno a tutta la città e forse nullo invece per la nostra società. Ad ogni buon conto, dato che è stata citata nell’articolo la preoccupazione delle persone e della cittadinanza, credo che sia giusto parlare chiaro. Non ci si può nascondere dietro le persone per polemiche sterili, con fini di altra natura che certo non aiutano Maratea e la Basilicata. Io sono convinto che le persone sono al nostro fianco e il calore che la comunità ci ha manifestato in questi mesi è un dato assolutamente oggettivo.

I cittadini e la società civile di Maratea meritano di più. Il nostro impegno è per realizzare questo sogno e questo cambiamento che l’Italia intera aspetta da molto tempo. Confido e mi auguro che anche il Suo giornale sarà ambasciatore di cambiamento e di impegno per questo ambizioso progetto. 

Con i miei più cordiali saluti, Dott. Paolo Barletta

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