Sicurezza nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro: accordo Governo, Confindustria e Sindacati

ROMA – «È un risultato molto importante in una fase che impone a tutti massima responsabilità nel garantire, prima di ogni altra cosa, la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. La salute di chi lavora è per noi un’assoluta priorità che deve precedere qualunque altra considerazione economica o produttiva». Così Cgil, Cisl e Uil commentano l’intesa raggiunta questa mattina con Confindustria. Dopo una lunga notte di trattative sindacati e industriali hanno raggiunto un accordo per garantire la sicurezza dei lavoratori e la prosecuzione delle attività produttive che potrà avvenire «solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione».

Sarà il governo a garantire il rispetto dell’intesa che prevede tra le altre cose «il possibile ricorso agli ammortizzatori sociali, con la conseguente riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, al fine di permettere alle imprese di tutti i settori di applicare tali misure e la conseguente messa in sicurezza del luogo di lavoro». Le aziende, poi, potranno ricorrere al lavoro agile, utilizzando ammortizzatori sociali e anche soluzioni organizzative straordinarie. Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Sono anche previste entrate e uscite scaglionate e viene regolamentato l’accesso dei fornitori. 

Secondo Annamaria Furlan, segretaria della Cisl si tratta di un «protocollo molto chiaro e dettagliato che ora va attuto  in tutte le aziende ed in tutti i luoghi  di lavoro. Definisce con chiarezza tutto quello che le imprese sono obbligate a fare, coinvolgendo i rappresentanti sindacali, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività». Dal suo punto di vista si tratta di misure che «potranno favorire  il contrasto nei luoghi di lavoro alla diffusione del virus in ragione delle specificità di ogni singola realtà produttiva e delle situazioni territoriali». 

Che cosa prevede l’intesa? L’azienda «deve garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi. In generale deve garantire la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro». Non è invece previsto l’obbligo di utilizzare mascherine per chi non manifesta sintomi, come previsto dall’Oms.

Qualora il lavoro imponga di operare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche. E’ poi prevista la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart work, o comunque a distanza.

Prevista anche la rimodulazione dei turni per evitare che le persone si incontrino. Dove è possibile, occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita da questi locali e garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni.

Secondo Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, «si tratta di un insieme di regole che determinano un’omogeneità di trattamento in tutte le realtà produttive e che ribadiscono, in linea con le disposizioni governative già attuate in questi giorni, il diritto alla sicurezza e alla salute e l’effettiva fruizione di quelle prescrizioni. Nella capacità di realizzare tale equilibrio c’è la chiave per rialzarsi e ripartire: noi ci crediamo e siamo pronti a fare la nostra parte».

Fonte, La Stampa

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