Struttura di via Sant’Elena a Trecchina, il sindaco Marcante risponde a Suor Ernestina

TRECCHINA (PZ) – A seguito della lettera inviataci da Suor Ernestina e rivolta al sindaco, in merito alla struttura di via Sant’Elena a Trecchina, abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda al primo cittadino Fabio Marcante sulla situazione in essere.

Sindaco che cosa è successo, perché Suor Ernestina ha scritto questa lettera aperta?

Tutto nasce dal fatto che il 18 ottobre del 2022 io, in qualità di Sindaco, e Suor Ernestina, in qualità di presidente della associazione “Per un Mondo migliore ODV”, abbiamo partecipato ad un’asta giudiziaria avente ad oggetto il Convitto di Trecchina, la cui aggiudicazione è andata alla sua associazione: aggiudicazione successivamente annullata per irregolarità a seguito di ricorso da parte del Comune di Trecchina. Per quanto concerne, invece, l’episodio di cui fa riferimento Suor Ernestina nella sua lettera, non c’era nessuna volontà di denigrarla ma semplicemente ho detto quello che è la verità e cioè che nel nostro paese non c’è più la congregazione de “Le Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario” ma è rimasta solo Suor Ernestina in quanto “disobbediente”: questo è appunto il termine che viene usato per chi non osserva le regole della propria congregazione, in particolare il voto di obbedienza, con conseguente espulsione. Credo comunque che abbia preso a pretesto le mie parole per scrivere questa lettera quasi a volersi prendere la scena proprio alla vigilia della nuova asta che si terrà il prossimo 4 luglio. 

Perché il Comune di Trecchina è interessato a questo immobile?

L’ex istituto Sante Scaldaferri fa parte della storia e della memoria della Comunità trecchinese: fu realizzato grazie alla generosità di alcuni concittadini che intesero donare i terreni su cui sarebbe dovuto sorgere e grazie alla Amministrazione comunale dell’epoca (parliamo della fine anni 50 inizi anni 60) che vincolò dal punto di vista urbanistico quell’area per la costruzione di una scuola materna che successivamente venne costruita con un finanziamento della Cassa del Mezzogiorno. Col passare del tempo la congregazione divenne proprietaria della struttura gestendola fino a qualche anno fa: dopodiché le suore di Nostra Signora al Monte Calvario sono andate via a seguito della procedura di concordato preventivo che ha interessato il patrimonio della Congregazione e di conseguenza anche il Convitto di Trecchina. Proprio per la importanza che tale istituto ha avuto per Trecchina, accogliendo anche il sentimento in tal senso manifestato da diversi concittadini, credo che ci si debba impegnare affinché esso ritorni nella disponibilità della nostra comunità tramite le due istituzioni che meglio la rappresentano: la Parrocchia o il Comune. Dal momento che la Parrocchia non ha avuto i mezzi per rilevare tale struttura, questa Amministrazione comunale si è fatta avanti per acquistarla. Riteniamo diversamente che una associazione come quella di cui è presidente Suor Ernestina, che rappresenta soltanto i suoi iscritti che in gran parte sono anche suoi familiari come risulta appunto dall’atto costitutivo, in quanto soggetto privato, esporrebbe tale struttura a maggiori rischi di gestione rispetto ad un Ente pubblico o ecclesiastico. 

Qualora il Comune di Trecchina dovesse aggiudicarsi questa struttura per cosa la utilizzerebbe?  

L’Amministrazione comunale ha partecipato ad un bando per l’accoglienza di nuclei mono o plurigenitoriali con figli minorenni, individuando tale struttura utile e propedeutica per svolgere tutte le attività necessarie ad una completa integrazione nella comunità ospitante. Crediamo che un simile progetto oltre ad aiutare chi scappa dalle zone di guerra e a dare loro una nuova possibilità, costituisca anche una grande opportunità soprattutto nel contrastare il fenomeno della denatalità che sta mettendo in crisi i sistemi scolastici locali.

Come Amministrazione siete, dunque, contro al progetto di cui parla Suor Ernestina?

In realtà non ci risulta che ci sia un vero e proprio progetto, che ad ogni modo andrebbe concordato con l’Amministrazione comunale, mentre ci risultano soltanto delle lodevoli intenzioni condite anche da un po’ di retorica quando si dice, o comunque si vuole far intendere, che a Trecchina ci sia disattenzione verso le persone bisognose dimenticando la meritevole opera della Caritas parrocchiale,  dei servizi sociali di questo Comune, delle associazioni ed anche della generosità dei singoli cittadini trecchinesi. La nostra invece ci pare una vera progettualità che coinvolge Enti sovracomunali quali il Ministero dell’Interno, risorse pubbliche, obblighi di trasparenza e professionalità qualificate: progettualità che ad ogni modo non esclude l’opera degli Enti del Terzo Settore. 

Per ultimo cosa si sentirebbe di dire a Suor Ernestina?

L’appello che mi sentirei di fare a Suor Ernestina che sono sicuro, anche la luce di quello che ha scritto, essere in linea con i suoi valori di fede, è di favorire la nostra comunità rinunciando all’acquisto di questo immobile e collaborare con l’Amministrazione per fare di questo progetto qualcosa di ancora più grande, qualora invece si volesse mantenere la proprietà dell’immobile nell’ambito della Chiesa, di donare le risorse, o l’immobile aggiudicato, alla Parrocchia di Trecchina. A me dispiace che si percepisca una sorta di scontro tra me e lei, quando tra noi dovrebbe esserci armonia, ma sono sicuro che con Suor Ernestina condividiamo gli stesi obiettivi, il problema è che dobbiamo fare i conti con la capacità di realizzarli perché è solo in questo modo che possiamo incidere e migliorare la vita dei meno fortunati.

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