Taglio parlamentari, il caso Basilicata. Posizioni in contrasto tra Pittella e Liuzzi.

Ogni regione perde circa un terzo dei deputati. Favorevoli 553, contrari 14, astenuti 2 questi i numeri con cui la Camera dei Deputati martedì 8 ottobre scorso approva in via definitiva la Riforma Costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari. Il taglio dei parlamentari è legge.

La riforma ha tagliato di un terzo i parlamentari e avrà ripercussioni che potrebbero essere oggetto di critiche da parte delle regioni medio piccole (Trentino Alto Adige, Friuli, Liguria, Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sardegna) che, specie al Senato, non eleggeranno parlamentari di tutte le opposizioni, visto il nostro sistema tripolare (csx, cdx e m5s). Naturalmente non ha toccato la piccolissima Val D’Aosta che avendo già oggi un solo parlamentare non potrebbe scendere a zero. Tutte le circoscrizioni vedranno una riduzione drastica, con una media del 36,5%. Sopra la media alla Camera le circoscrizioni Sicilia 1 (da 25 a 15 deputati) e Lazio 2 (da 20 a 12). Da segnalare al Senato il caso dell’Umbria e della Basilicata che subiscono in percentuale la perdita maggiore (57%), in entrambe le regioni infatti si passa da 7 a soli 3 eletti.

A seguito della riforma votata il numero degli abitanti per Deputato aumenta da 96.006 a 151.210. Il numero di abitanti per ciascun Senatore cresce da 188.424 a 302.420. Questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi con una nuova legge elettorale. Da tenere presente, perlomeno politicamente, anche che la legislatura dovrebbe terminare nel 2023, mentre nel 2022 si eleggerà un nuovo Presidente della Repubblica; scenari tutti in movimento.

La sforbiciata sul numero tra Deputati e Senatori è, dunque, di 345 parlamentari, ovvero 115 senatori e 230 deputati. In totale quindi il numero dei parlamentari scenderebbe a 600, dagli attuali 945. I Senatori da 315 passerebbero a 200 e alla Camera da 630 a 400. Il taglio dei parlamentari –secondo le prime stime– porterebbe, infine, ad un risparmio di 100 milioni di euro l’anno. Non tutto si ferma qui.

“Nei prossimi tre mesi, come recita l’articolo 138 della Costituzione, dal momento che la legge ha ottenuto – fonte La Repubblica – la maggioranza assoluta dei due terzi alla seconda votazione soltanto alla Camera (e non al Senato), il testo può essere sottoposto a referendum confermativo. Il referendum può essere richiesto da un quinto dei membri di una Camera, da 500 mila elettori o da cinque consigli regionali. Se questo dovesse avvenire, si voterebbe a maggio-giugno 2020 e da lì, nel caso in cui il testo venisse confermato, scatterebbero i 60 giorni concessi al governo per ridisegnare i collegi”.

In Basilicata eleggeremo con questa riforma 4 Deputati e 3 Senatori (oggi abbiamo in carica 6 Deputati e 7 Senatori). Tra gli eletti lucani in Parlamento spiccano sui social le dichiarazioni di Liuzzi per i pentastellati e di Pittella per i democratici, che riportiamo considerato come le loro posizioni, anche se entrambe di Governo, siano divergenti dal punto di vista politico.

“Il taglio dei parlamentari – scrive la Liuzzi sui social immediatamente dopo il voto alla Camera – è finalmente realtà. Un appuntamento con la storia fortemente voluto dal M5S. Il voto di oggi è un traguardo, ma anche un punto di partenza, grazie al piano di riforme di garanzia, verso una maggiore efficienza delle camere e delle istituzioni.”

Mentre il Senatore Gianni Pittella commenta: “Con alcuni Senatori di schieramenti diversi per richiedere il referendum sul taglio dei parlamentari. É giusto che i cittadini si esprimano direttamente su un provvedimento che non riforma i poteri di Camera e Senato (che continuano a svolgere anacronisticamente le medesime funzioni), che riduce gli spazi di rappresentanza, che in alcune regioni cancella d’un tratto la possibilità elettiva di parlamentari di minoranza. Risparmi insignificanti e una democrazia più debole.”

La partita a scacchi del taglio dei parlamentari in pratica è appena iniziata.

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