MELFI (PZ) – I lavoratori dell’indotto Stellantis di Melfi in presidio a Roma, durante il tavolo dell’automotive, proveranno a far sentire la propria voce anche i lavoratori di Las ed Fdm, le due aziende a cui Stellantis ha stoppato le commesse. Risultato: 110 persone in cassa integrazione, un altro pezzo dell’indotto integrato di San Nicola di Melfi, che teme di scomparire.
Il tavolo romano arriva dopo una serie di incontri tematici – mercato, componentistica, ricerca – sul futuro del settore in Italia. Nel mezzo, la tensione tra il governo e la multinazionale: 1 milione di auto il target fissato.
Nell’ultima visita in Basilicata, era stato proprio il ministro Urso ad annunciare una stretta sulle garanzie chieste a Stellantis, pena la possibilità di sostenere anche altre case automobilistiche: aziende cinesi e Tesla tra le possibilità.
A Roma si discuterà in particolare di incentivi per l’acquisto di auto elettriche. A San Nicola di Melfi sono cinque i modelli annunciati entro il 2026.
Lo stabilimento fiore all’occhiello e leader nella produzione ai tempi della Punto, oggi paga una riduzione dei volumi e la corsa all’efficientamento. A rischio il turno notturno, aveva denunciato la Fiom. Sospensione temporanea, ha chiarito l’azienda in un incontro con i rappresentanti dei lavoratori, mentre si prepara il rientro sulla linea degli oltre 300 trasfertisti tornati dal “prestito” a Pomigliano e per i lavori della transizione all’elettrico.