TEGGIANO (SA) – Da 79 anni il 2 giugno rappresenta per gli italiani una data decisiva, una svolta politica e civile nel quadro storico e democratico nazionale. In tutto il Paese si svolgono, ogni anno, cerimonie e festeggiamenti per ricordare ed onorare la nascita della Repubblica Italiana. A questa importante ricorrenza a Teggiano (SA) si intreccia anche quella della vigilia della festa del Santo patrono e protettore della città: San Cono. Identità nazionale e locale, dunque, si intersecano nel borgo vallese dove la tradizione vuole che, per l’occasione, venga consegnata a tutti i neodiciottenni una copia della Costituzione italiana. Quest’anno l’evento, già colmo di significato e pregnanza sociale, si è caricato di ulteriore valore storico e collettivo grazie ad un’iniziativa, fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Teggiano, volta ad esaltare, commemorare e ricordare la figura del teggianese Giovanni Matina, protagonista di spicco di un periodo storico che per l’Italia è stato fondante e fondamentale: il Risorgimento.
Giovanni Matina, che era uno stimato medico, partecipò, con appassionato attivismo e convinzione politica, alla spedizione unificatrice garibaldina e, ancor prima, a quel fervente periodo storico che precedette il 1861, e che gettò nel terreno italiano, da nord a sud, i semi della futura e completa Unificazione Italiana. Le sue idee cospirazionistiche e patriotiche lo portarono ad essere arrestato due volte dalla polizia borbonica: la prima nel 1857, all’indomani della spedizione di Carlo Pisacane, e la seconda il 7 maggio del 1859, pochi giorni dopo essersi recato, con falsi documenti, da Genova, dove era in esilio, a Napoli per riorganizzare il Comitato dell’Ordine e ispirarlo alle idee mazziniane. Trascorse pochi giorni nel carcere di Castel dell’Ovo, e il 25 maggio si unì, in Sicilia, all’esercito guidato da Garibaldi, ottenendo da quest’ultimo, a Salerno, la nomina di Prodittatore con pieni poteri. Il resto è storia, la nostra storia. Dopo l’Unità d’Italia, Giovanni Matina fu eletto nel primo Parlamento nazionale.
La figura di Giovanni Matina, a cui quindi la memoria non solo di Teggiano, ma dell’intero Vallo di Diano, è fortemente legata, è stata celebrata con un busto a lui dedicato, collocato provvisoriamente davanti alla Cattedrale di San Cono, e che è stato scoperto, appunto, in occasione del 2 giugno, dopo la commemorazione agli Eroi delle Guerre Mondiali con la deposizione della corona di alloro al Monumento eretto in loro ricordo in Piazza Mons. Valentino Viglione. La cerimonia, presieduta dal sindaco di Teggiano, Michele Di Candia, e dal consigliere Conantonio D’Elia, promotore dell’iniziativa, si è svolta alla presenza di autorità civili, religiose, politiche e accademiche. Tra questi, a dare un importante contributo alla valenza storico – sociale della manifestazione, attraverso i loro interventi, vi sono stati Padre Antonio De Luca, Vescovo della diocesi Teggiano – Policastro; il Consigliere regionale Corrado Matera; l’on. Enzo Mattina, discendente di Giovanni Matina; lo storico e scrittore Carmine Pinto, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Salerno, che ha così riassunto la figura di Matina, tracciandone un profilo esemplificativo ed esemplare: “In tre valori possiamo sintetizzare la figura di Giovanni Matina: Libertà, Nazione, Politica. Egli ha fatto della libertà e dei diritti il suo impegno politico. Ha dedicato tutta la vita a far sì che il Mezzogiorno fosse cofondatore di questo paese che si chiama Italia. Ha fatto dell’energia politica il motore della propria vita”.
La memoria di Cimino è fortemente permeata non solo a Teggiano, dove una via, una piazzetta e un circolo sociale portano il suo nome e dove è conservato, presso il comune, un quadro del 1864 che ritrae il patriota con la divisa garibaldina, opera del pittore napoletano Marco De Gregorio, ma anche a Salerno che ha una via che porta il suo nome e a Napoli. In particolar modo, nella città partenopea, si trova un busto di Giovanni Matina. La scultura fu realizzata da Tommaso Solari, e si erge nel cimitero di Poggioreale, in una posizione di rilievo, dinnanzi alle tombe di personaggi illustri, quali
ad esempio Matilde Serao. È evidente, quindi, che la militanza di Matina fosse nota, celebrata e riconosciuta già dai tempi che furono. Qualche tempo fa, il sindaco Di Candia e il consigliere D’Elia chiesero al comune di Napoli di poter trasferire il busto a Teggiano – tanto più che quest’ultimo, ricoperto di foglie, non sembrava ricevere le giuste attenzioni che meritava- ma la risposta fu negativa. Il busto originale, dunque, resta oggi a Napoli. Quella scoperta lo scorso 2 giugno a Teggiano è una riproduzione che però non toglie spicco e valore al gesto e alla sua presenza nel cuore del borgo vallese. “L’imperno, ora, deve essere quello di recuperare la targa scritta in onore di Giovanni Matina da Giovanni Bovio, filosofo e politico italiano” ha affermato l’on. Mattina.
All’importante impegno perpetrato da amministratori, storici e politici locali, nel recupero della memoria di Matina e della sua militanza attiva, va aggiunto anche quello di Michelangelo Cimino, che in una pubblicazione edita nel 2022 da Galzerano Editore, dal titolo “Giovanni Matina. Breve biografia di un cospiratore salernitano”, ci restituisce oggi il ritratto di un valoroso e importante protagonista dell’acceso e intenso processo che ha portato alla costruzione di quello Stato Moderno chiamato Italia.