EDITORIALE – Chiunque decida di approcciarsi ai Queen e alle loro opere deve sapere una cosa importante. Freddie Mercury si riteneva il frontman della band, non il suo leader. Tutti e quattro i componenti della formazione infatti, erano ugualmente importanti. Ma sicuramente il cantante ha messo la propria firma su alcuni dei brani più iconici e di successo della storia della musica. Tra i tanti ce n’è uno in particolare che Freddie amava particolarmente, quella che riteneva essere la sua miglior canzone.
Quel brano è Somebody To Love, una tra le più grandi e riconoscibili canzoni mai scritte da Freddie Mercury e pubblicata come singolo il 13 novembre del 1976.
Secondo il leader della band britannica questa canzone probabilmente era la sua preferita, ancor più di Bohemian Rhapsody.
Dopo l’incredibile successo di A Night At The Opera, tutti gli occhi erano puntati sui Queen per vedere cosa avrebbero fatto dopo la pubblicazione di quell’incredibile disco. La band trascorse in studio buona parte dei cinque mesi che precedettero l’uscita di A Day At The Races adottando un metodo completamente nuovo per la realizzazione, facendo leva su un titolo simile per bissare il successo del precedente LP e autoproducendosi per la prima volta un album di inediti.
Il titolo prendeva liberamente spunto da un film dei fratelli Marx e la copertina cercò in ogni modo di ricalcare la “familiarità” lanciata dalla band con l’ormai iconico logo che grazie a A Night At The Opera aveva riempito gli scaffali dei negozi di dischi di tutto il mondo.
Mentre Freddie Mercury lavorava ad un nuovo brano, improvvisamente l’ispirazione arrivò da una delle migliori cantanti del mondo: e così finì che il cantante si trovò a improvvisare un coro Gospel con Brian May e Roger Taylor.
Nacque Somebody To Love, forse il brano più famoso tratto dall’album dei Queen del 1976, pesantemente influenzato dall’amore artistico infinito per l’immensa regina del soul, Aretha Franklin.
Musicalmente, è una ballata rock d’amore impostata su un tempo di 6/8 e presenta il caratteristico stile chitarristico del gruppo, con intricate armonie e un notevole assolo da parte di Brian May. Dal lato del testo, invece, il brano risulta in particolar modo connesso, come suddetto, con l’influenza gospel, creando così una canzone sulla fede, la disperazione e la ricerca dell’anima. Freddie Mercury, autore del testo, si chiede il perché della mancanza d’amore nella sua vita, e del ruolo in tutto questo svolto dall’esistenza di Dio.
Spinto forse dal successo del singolo Somebody to Love, A Day at the Races riscosse immediatamente un grandissimo successo quando uscì il 10 dicembre 1976 in Gran Bretagna e in Europa e una settimana dopo negli Stati Uniti.
La stampa dell’epoca riservò al disco delle recensioni piene di entusiasmo, tanto da spingerne le vendite e facendogli scalare le classifiche nel Regno Unito diventando immediatamente disco d’oro (e successivamente di platino).