#TellMeRock, 19 Giugno 1964: i 60 anni della triste storia di The House of The Rising Sun, il capolavoro degli Animals

EDITORIALE – “La Casa del sole che nasce” era un bordello di New Orleans, situato a St.Louis Street al numero 826-830.

Rimase aperto dal 1862 al 1874, poi fu chiuso per le proteste dei vicini. La tenutaria era una certa Madame Le Soleil Levant, ecco il perchè della casa del sole che nasce, (prendeva il cognome della tenutaria).

La canzone è un “traditional” dalle origini incerte, raccolto e catalogato dal grande ricercatore Alan Lomax, cui si devono la scoperta e la riscoperta di infiniti gioielli folk che poi saranno ripresi e adattati da molti artisti rock.

Nella canzone, ambientata come suddetto a New Orleans, si parla di una casa chiusa, la Casa del sole nascente (“House of the Rising Sun”) e di ragazze perdute, le prostitute di Storyville, l’antico quartiere a luci rosse di New Orleans conosciuto anche come «The District». Le donne che entravano a Storyville erano registrate come prostitute ed i bordelli – come quello chiamato «The House of the Rising Sun» – diventavano le loro prigioni: il «Sole nascente» era il realtà il tramonto di quelle vite dietro ai muri dei casini.

Nonostante fosse stata precedentemente cantata da Bob Dylan nel 1961, la versione che tutti ricordano è quella degli Animals, pubblicata il 19 giugno del 1964, e divenne leggendaria per almeno due motivi: uno perchè era la prima volta che una strumentazione profondamente rock si metteva al servizio di una ballata folk, e due perchè la voce di Eric Burdon sembrava davvero la voce della vittima della storia.

Mentre Dylan si era limitato a raccontare, il leader degli Animals l’ha vissuta nei panni del ragazzo che ha rovinato la sua vita nella casa del sole che nasce. Burdon si era immedesimato così tanto da cambiare la prospettiva: la vittima non era più una donna costretta a prostituirsi, ma un uomo che si era giocato i soldi e la vita esattamente come suo padre.

Alla fine del brano l’uomo sta tornando a New Orleans, ma con una palla al piede…da carcerato.

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