EDITORIALE – Secondo singolo estratto da Nevermind e, in tutti i sensi, testamento ideale di Kurt Cobain, se alle porte della sua città natale, Aberdeen, nello Stato di Washington, hanno piazzato un cartello che dice “Welcome to Aberdeen. Come As You Are (Benvenuto ad Aberdeen. Vieni come sei).
Grandissima canzone. Da brividi, soprattutto nella versione Unplugged, il passaggio dove dice: “And I Swear that I don’t have a gun” (e giuro di non avere un’arma), e pensare a come poi, purtroppo, Cobain si tolse la vita.
Dopo la morte dell’autore i media rivolsero l’attenzione a questo verso e ad altri versi delle canzoni di Nevermind in cui si menzionavano armi da fuoco, benché, essendo l’album stato registrato tre anni prima della scomparsa del cantante, l’analogia del verso con la fine del frontman sia stato considerato una mera coincidenza. Subito dopo la sua composizione nel febbraio 1991, la canzone si chiamò per un breve periodo Memory, parola peraltro ricorrente nel testo.
Il brano, uscito come singolo il 2 marzo del 1992, presenta notevoli somiglianze con Eighties, un pezzo dei Killing Joke del 1985; questa è la ragione per cui i Nirvana non erano troppo entusiasti dell’idea di pubblicarlo come singolo, preferendo In Bloom.
Per quanto riguarda il testo, venne spiegato da Cobain con pochissime parole: “Parla della gente e di come ci si aspetti che si comporti“. Ma in anni più recenti Charles R. Cross, autore di un libro sui Nirvana, ne ha proposto una nuova interpretazione, che si ricollega proprio all’albergo che ne avrebbe ispirato il titolo. L’hotel era infatti il più frequentato da Cobain nel suo periodo da ‘senzatetto’. E probabilmente quella frase gli è rimasta impressa nel subconscio, ispirandogli uno dei testi più misteriosi della sua carriera.
Come tanti altri testi scritti da Kurt Cobain, anche quello di Come as You Are è diventato nel tempo una sorta di collage di citazioni e aforismi. Tra le frasi che più hanno colpito gli ascoltatori nel corso degli anni ci sono proprio i primi quattro versi, traducibili così: “Vieni come sei, come eri, come voglio che tu sia, come un amico, come un amico, come un vecchio nemico“.
A questi versi si aggiungono quelli della seconda strofa, altrettanto utilizzata dai fan: “Fai con calma. Oppure in fretta. La scelta è tua. Non fare tardi. Fai una pausa. Come un amico, come un vecchio ricordo“. Parole enigmatiche impresse per sempre nella storia della musica.
Tornando a l’accusa di plagio, i Killing Joke non la presero bene, ma cercarono di adottare un atteggiamento conciliante. Fecero scrivere all’editore dei Nirvana dal loro produttore e non gradirono affatto la risposta. Come ha ricordato il chitarrista dei Killing Joke, Geordie Walker: “Scrissero semplicemente che non sapevano neppure chi fossimo. Ma se non ci conoscevano, perché ci avevano spedito pochi mesi prima gli auguri di Natale?”.
A questo punto la storia si fa oscura: alcune fonti riportano che i Killing Joke fecero causa, ma la ritirarono dopo la morte di Cobain, altri che lasciarono perdere sin dall’inizio. Poco importa, quel che resta è, per fortuna, un grandissimo brano e, per disgrazia, un testamento.