EDITORIALE – La morte di Eddie Van Halen, avvenuta il 6 ottobre del 2020, fu un vero e proprio shock per tutti noi. Il mondo del rock, incredulo e perplesso, sta ancora oggi cercando di elaborare il lutto.
Lo stile dei Van Halen era e rimane inconfondibile per suono ed estetica. Un mix di glam rock adattato anche a sonorità a tratti ruvide e potenti.
Jump è, senza ombra di dubbio, uno dei brani più celebri dei Van Halen. Rilasciata il 21 dicembre del 1983 come singolo di lancio del disco ‘1984‘, è l’unica canzone dell’intera discografia della band hard rock statunitense ad aver raggiunto il primo posto della classifica Billboard Hot 100 (che mantenne per ben 5 settimane consecutive).

Analizzando ‘Jump‘ e comparandola con i precedenti lavori dei Van Halen, la canzone si differenzia per l’uso del sintetizzatore.
Allo stesso tempo, però, è impossibile non notare quell’incredibile riff di chitarra, definito dallo stesso Eddie Van Halen come ‘il migliore che abbia mai composto in vita mia‘.
Non è affatto un caso, quindi, che Jump sia facilmente riconoscibile già dalle prime note. Ai Van Halen, inoltre, si deve anche il merito di aver introdotto l’uso dei sintetizzatori in un brano rock, influenzando così una miriade di rock band.
Questo improvviso e repentino cambiamento stilistico causò però non poche tensioni all’interno del gruppo, soprattutto tra David Lee Roth -orientato a continuare con il classico hard rock- e lo stesso Eddie Van Halen, favorevole a nuove sperimentazioni elettroniche.
Eddie Van Halen compose il riff di Jump originariamente nel 1981, ma la band, per i suddetti motivi, non lo accolse con entusiasmo. Qualche anno più tardi, nel 1983, prestarono però più attenzione a quella specifica idea musicale. David Lee Roth cominciò ad ascoltare il brano più e più volte, trovando così anche l’ispirazione per il testo.
Così coinvolgente e vivace, pare proprio che l’idea per la stesura di Jump sia stata pensata dallo stesso Lee Roth. Il cantante cominciò dunque ad ascoltare più volte il pezzo, e trovò l’ispirazione per scrivere il testo dopo aver sentito al telegiornale la notizia di uomo che minacciava di suicidarsi lanciandosi da un edificio alto. Lee Roth pare che esclamò proprio le seguenti parole: “Beh, a questo punto potrebbe anche saltare!”. Il significato delle parole del brano è stato comunque universalmente interpretato come quello di un invito ad amare.
Per la registrazione di Jump, Eddie Van Halen utilizzò un sintetizzatore OB-Xa della Oberheim, famosissimo produttore di strumenti elettronici degli anni ’80. Forse non tutti lo sanno ma il compianto Eddie Van Halen imparò a suonare il pianoforte ancor prima della chitarra: mise le mani su quest’ultima solo all’età di 14 anni.
Il video di Jump è considerato probabilmente un punto di riferimento per tutti i registi di videoclip musicali, o almeno era dopo la metà degli anni ’80.
La band poteva permettersi un budget veramente limitato per la realizzazione del video e si affidò al regista Pete Angelus il quale decise di riprendere i Van Halen con una pellicola a 8 millimetri: varie performance del brano suonato dalla band vennero registrare e montate insieme, inserendo alcuni momenti divertenti in cui la musica è slegata dal video. Esistono infatti delle sequenze all’interno del videoclip di Jump in cui viene ripreso Eddie Van Halen suonare in momenti in cui non si sente la chitarra nella traccia.
Il famoso salto di David Lee Roth montato a rallentatore diventerà uno standard per moltissime band rock ed Heavy Metal degli anni ’80. Il videoclip trionfò agli MTV Music Awards del 1984 nella categoria Best Stage Performance Video