#TellMeRock, 21 Gennaio 1977: Animals, la fattoria di Orwell il lato cupo dei Pink Floyd

EDITORIALE – Partiamo dal presupposto che la realtà a volte è in grado di superare le più grandi e folli suggestioni, e mettiamo che tutto ciò che ci perseguita, attanaglia o esalta, ci venga permesso di metterlo nero su bianco su un foglio o in musica su un album.

Inoltre, pensate di affacciarvi dalla finestra della vostra nuova casa, vedere una vecchia fabbrica in disuso e pensare “cavolo, sarebbe spettacolare se tra quelle ciminiere volasse un maiale…”

E’ il 21 gennaio del 1977, e i Pink Floyd chiudono la trilogia visionaria e monumentale composta da “Dark Side of The Moon (1973), Wish you Were Here (1975) e il controverso Animals.

Per molti critici è il disco della frammentazione dei Pink Floyd, ma anche quello dove la denuncia sociale, metaforicamente portata in musica secondo i canoni della Fattoria degli animali di Orwell, viene fuori in modo netto e totale. È Roger Waters l’assoluto protagonista dell’album, unica voce solista e compositore di quasi tutti i brani. Nick Mason ricorda che “Waters nei giorni di lavorazione di Animals era un vulcano di idee, tanto da non sentire ragioni su proposte o suggerimenti, ostacolando di continuo David Gilmour”.

Partì da qui dunque la guerra all’interno del gruppo britannico, visto che anche Richard Wright ammise, dopo anni, che “Animals fu il primo album in assoluto dove si trovò a non dover comporre nulla e di conseguenza, a dover prendere atto dello sfaldarsi del sodalizio floydiano”.

L’atmosfera cupa e pessimista all’interno del gruppo si riflette anche sull’album, il più politico della band. Un disco di denuncia, di rivalsa sociale che parte dall’inquietudine di Waters il quale, come si vedrà nei successivi The Wall e The Final Cut, comincia a sentire il peso delle responsabilità sull’addio di Syd Barrett e di conseguenza, su tutta la realtà che lo circonda.

Ad aprire e chiudere l’album ci sono le due parti di Pigs on the Wing, unici momenti “rilassati” dell’intero album e caratterizzati dalla presenza di chitarre acustiche.Waters dirà che le due canzoni sono dedicate alla sua nuova moglie Carolyne Christie, seppur non direttamente. Il brano, in stile unplugged, è stato suonato dallo stesso Waters e si spegne improvvisamente non appena viene cantato l’ultimo verso.

Il brano successivo è Dogs, una suite di diciassette minuti che oltre al curatissimo testo è musicalmente eccezionale, che ci porta nel pieno del tema dell’album. Chi sono i cani per Waters? Sono gli arrampicatori sociali e le persone che fanno parte del mondo ultra competitivo del business, pronte a tutto pur di ottenere una promozione o scalare la vetta delle aziende; è l’uomo predatore e senza scrupoli.Il destino dei cani non è per nulla roseo. Dopo aver passato l’intera vita a scalare la società, anche a costo di approfittare delle amicizie, verranno “trascinati giù da una pietra”, che metaforicamente indica il peso delle sofferenze che hanno provocato, e moriranno da soli perché è quello che meritano di raccogliere dopo aver basato la loro vita nell’egoismo.

Il brano Pigs (Three Different Ones), come suggerito dai versi all’inizio del brano, ci porta nel mondo dei maiali, persone che sono nei posti più alti della società, come i politici. Essi ingrassano sulle spese di tutti gli altri, e motivano la popolazione a rimanere ultra competitiva ed egoista, così che loro possano mantenere il loro enorme potere. Una delle particolarità di questo brano, e una prova della versatilità del chitarrista David Gilmour, è l’uso di un talk box, un effetto che riesce a trasformare il suono della sua chitarra nei versi dei maiali.

Alla fine di Pigs veniamo avvolti da un’atmosfera agreste e rilassata, caratterizzata dal belato delle pecore. Si arriva dunque a Sheep. Esse sono l’ultima fetta della società che manca per comporre il puzzle allegorico proposto da Waters. Povere, manipolate, disilluse, le pecore hanno bisogno di un leader per sentirsi al sicuro e sanno bene che la loro condizione prescinde dal tempo, dalla storia, da ogni vicissitudine.

Il riferimento al fiume Giordano è un chiaro messaggio di come Waters pensi che tra le cause della condizione sociale delle pecore ci sia l’impatto della religione e della fede cieca. Il finale della canzone ha un tono molto pessimistico; le pecore riescono a ribellarsi ai cani, ma si rendono conto che nonostante la rivolta non possono cambiare le loro condizioni, tanto da preferire di “stare a casa”.Viene inoltre fatto notare che il destino di queste persone è segnato dal loro stesso agire, e la loro fine è preannunciata.

L’album ci lascia con la Part II di Pigs on the Wing. Animals rimane nell’immaginario collettivo proprio questo, un maiale nel cielo, protagonista della particolare e celebre copertina in cui un maiale è legato alla Battersea Power Station di Londra, usato per la promozione dell’album nella capitale inglese.

Per finire un aneddoto molto interessante. In una delle date del tour mondiale di Animals, a Montreal, accadde che il pubblico dell’evento si arrabbiò eccessivamente a causa dell’acustica pessima del concerto, arrivando a lanciare petardi sul palco. Waters come reazione sputerà su di un fan, e uscì di scena lasciando il resto della band a suonare da sola. Profondamente colpito dall’evento, Waters affermerà che si era ormai creato un muro tra di lui e i fan; è l’origine di The Wall, il resto è storia.

Sulla storia della copertina di Animals, vi ripropongo il mio pezzo scritto il 3 dicembre di qualche anno fa: (Clicca qui)

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