EDITORIALE – Bollati spesso come Heavy metal, i californiani Guns n’Roses sono stati in realtà, prima che la fama desse loro alla testa e li portasse alla graduale dissoluzione, una formidabile macchina da rock n’roll, impeccabili nel fondere assieme brani hard rock piuttosto selvaggi, e pezzi politicamente scorretti in perfetto stile Rolling Stones, Aerosmith e Led Zeppelin.
Nel loro album di esordio Appetite For Destruction, anno di grazia 1987, si da una nuova dimensione al rock, rendendolo forte, aggressivo , urlato e da denuncia. Dodici canzoni così potenti (ballate comprese), trascinanti e soprattutto ben costruite che dimostrano come la band californiana abbia davvero tutte le carte in regola per riuscire a sfondare alla grande.
Appetite For Destruction, pubblicato il 21 luglio di trentasette anni fa, ridà vigore all’appannata scena hard rock e pone le basi del successo dei Guns N’Roses. Si tratta di un disco energico, a tratti brutale, che porta agli estremi la lezione dell’heavy glam di scuola losangelina dei contemporanei Motley Crue, in cui le liriche dirette di Axl Rose si sposano alla perfezione con i riff ispiratissimi di Slash e Izzy Stradlin.

E a proposito di riff memorabili, come non citare il terzo singolo della suddetta opera e colonna portante del disco dal titolo Sweet Child O’Mine?
Axl Rose la scrisse per la sua allora fidanzata e presto moglie Erin Everly, figlia di Don Everly degli Everly Brothers, quelli di Bye Bye Love per intenderci.
Forse era vero amore, però il matrimonio durò un mese soltanto, molto meno della canzone che, per fortuna, seguita ancora a incantare e ad essere una delle pietre miliari della storia del rock. Lo spunto lo diede Slash con un riff che lo stesso chitarrista giudicava “banale e sciocco”, ma che Axl considerava invece fortissimo. Cos’ lo spinse a continuare a suonarlo, Izzy Stradlin aggiunse qualche accordo e Axl il testo, adattandolo a una sua poesia. Per molti anni Slash ha odiato la canzone, insistendo sul fatto che stava semplicemente giocando mentre improvvisava il riff.
Dal vivo Axl prese l’abitudine di introdurre Sweet Child O’Mine con versi di altre canzoni, tra cui, The One di Elton John, One degli U2, Bad Time dei Grand Funk Railroad, Sail Away Sweet Sister dei Queen, Broken Down Angel dei Nazareth, una folk song ebraica (Hava Nagila) e Since I’Don’t Have You degli Skyliners, canzone che i Guns avrebbero poi riletto per intero nell’album The Spaghetti Incident?
La storia che ha portato alla nascita di Welcome to the Jungle è conosciuta dalla maggior parte dei fan dei Guns N’ Roses e non solo. Tuttavia, è un qualcosa di così tanto spettacolare e incredibile che raccontare fa sempre bene.
Per narrarla, bisogna tornare indietro nel tempo e arrivare fino al 1980. Axl Rose proveniva direttamente dall’Indiana e si trovava a Seattle con un suo amico, con il quale stava passeggiando all’interno della città statunitense. Per quanto leggendaria possa sembrare la seguente storia, non c’è nulla di fantastico che si sia unito al reale. Un barbone fermò i due, e voleva intimorirli. Per questo motivo, iniziò a urlare: «Sai dove sei? Sei nella giungla, piccola! E morirai!». Ora, non sappiamo se Axl Rose reagì ridendo, intimorito o in qualsiasi altro modo. Fatto sta che uno dei capolavori più belli e celebri dell’intera discografia dell’hard rock band statunitense nacque proprio a seguito di quell’avvenimento.
Paradise City fu inserita nell’album per frenare un po’ la foga punk che l’album, secondo Axl, stava prendendo. Quarto singolo estratto dall’album, il ritornello è cantato con la sovrapposizione di vari cori, particolare che il gruppo usò anche in seguito, in brani come Don’t Cry. Paradise City parte lenta per poi culminare con velocità e foga d’ispirazione punk… quindi il tentativo di sopra fu comunque inutile.
La ballata ritmica Think About You fu scritta da Izzy Stradlin mentre pensava a una sua ex fiamma, titolo banale magari, ma non lo è per nulla la ritmica e l’arguzia vocale di Axl, ispirato e magnetico nel suo momento migliore.
My Michelle riguarda la storia di un’amica in comune della Band, chiamata Michelle Young , che ebbe una piccola relazione con Axl il quale fu molto colpito dalla storia della ragazza. Una volta scritta la canzone, Slash pensava che il testo potesse creare qualche problema alla ragazza, essendoci scritte informazione private, ma a lei la canzone piacque molto e non si sentì per nulla offesa.
Nighttrain è un omaggio al vino californiano Night Train Express, noto per la sua economicità e per l’alto contenuto di alcol. I Guns abusavano di Night Train Express ai loro esordi. Duff McKagan in un’intervista affermò che: “Eravamo nello studio di registrazione a Gardener Street. Non avevamo soldi, ma poi trovammo per caso un dollaro e andammo subito ad un negozio di alcolici. Ci ritrovammo tra le mani un grande vino chiamato “Night Train Express”, che può mandarti al tappeto con un solo dollaro. Cinque dollari e ci puoi anche morire”. Secondo i Guns, la canzone fu scritta ‘in situ’, cioè proprio mentre stavano bevendo il “Night Train Express”. Altri sostengono che in realtà la prima versione fosse stata urlata da uno della band, mentre tornavano in studio dopo aver comprato il vino.
Rocket Queen è un lungo brano conclusivo, accompagnato da un ritornello facilmente memorizzabile; è anch’esso dedicato ad una ragazza, e porta la firma di Axl Rose nel testo. La canzone è diventata famosa principalmente per la registrazione di un rapporto sessuale reale udibile durante il bridge finale del brano, tra Axl Rose e una ragazza di nome Adriana Smith, che aveva avuto una relazione di circa un anno con Steven Adler, ex batterista dei Guns N’Roses.
E’l’esordio di una band destinata a scrivere e riscrivere la storia del rock, senza se e senza ma, con ecletticità vocali e chitarre apparentemente semplici nei suoi riff, ma efficaci e duttili nella composizione. Appetite For Destruction è storia del rock senza se e senza ma, un disco vitale fatto di energia, sentimenti e spontaneità.
Se vi chiederanno chi erano davvero I Guns N’Roses, fate ascoltare questo disco, anche trentasette anni dopo.