#TellMeRock, 21 Ottobre 1987: Gli Inxs e il manifesto anni ’80 di Kick

EDITORIALE – Ciò che ha reso veramente grandi gli Inxs è stata quella particolare personalità misteriosa, affascinante e sensuale, che ha portato una ventata di freschezza nel mainstream del pop rock mondiale degli anni ’80, soprattutto grazie al carisma oscuro del cantante Michael Hutchence, e la straordinaria formazione dettata dai fratelli Farriss. Aggiungiamoci poi anche dell’insano gossip a dettare la loro presenza sui rotocalchi e monnezza varia, soprattutto sulla relazione di Hutchence con Kylie Minogue prima e Paula Yates poi, e ci rendiamo conto che gli Inxs negli anni ’80 erano quasi alla stessa stregua di gente come Michael Jackson, Madonna, Prince…

Nel giorno in cui Kick, il loro album più venduto e più importante compie 35 anni, è impossibile non esaltarne il contributo dato a quello che è la svolta del sound di fine anni ’80, ritmato, energico, ballerino e pioniere di ciò che poi avrebbe influenzato ed esaltato anche la dance anni ’90. Il pop di Kick è funkeggiante, denso di umori di strada, ai bordi delle città, di amori metropolitani e storie ai margini.


Apre la pulsante e funkeggiante Guns in the sky, vicina per certi aspetti ad alcune cosette dei Beastie Boys.

New sensation invece lega rapporti stretti con la dance wave di scuola New Order e Pet Shop Boys, mentre Devil inside lega tanto robustezze hard nei riff quanto sofisticatezze pop che fanno pensare ai Depeche Mode e ai Soft Cell.

Need you tonight invece è il singolo spacca radio che li ha consegnati alla storia, costruito su un riff funky che tanto fa pensare a Kiss di Prince, e un canto sensuale e ammiccante che ci fa pensare a Dave Gahan. Il brano è stato scritto da Andrew Farriss e Michael Hutchence e prodotto da Chris Thomas. Si tratta del primo singolo estratto da Kick. Nell’autobiografia ufficiale di INXS, INXS: Story to Story, Andrew Farriss ha detto che il famoso riff della canzone è apparso improvvisamente nella sua testa mentre aspettava un taxi per andare all’aeroporto per volare a Hong Kong. Ha chiesto al tassista di aspettare un paio di minuti mentre prendeva qualcosa dalla sua stanza di motel. Infatti, salì per registrare il riff e tornò giù un’ora dopo con il nastro e l’autista ovviamente molto seccato.

La canzone è una traccia molto più elettronica della maggior parte del materiale della band prima o dopo, combinando sequencer con tracce di batteria regolari e un numero di tracce di chitarre a strati. Per approssimare il suono sulla traccia registrata, la band utilizza spesso le tracce di clic per un frequente accordo di sintetizzatore così come i colpi di rim sentiti per tutta la canzone.

Mediate invece si arricchisce del suono del sax di Kirk Pengilly, mentre il lato A si chiude le dissonanze pop di The loved one.


Il lato B si apre con la spensieratezza pop di Wild life, un po’ Duran Duran, un po’ Simple Minds. Never tear us apart è l’altro gioiello del disco, costruito su una sezione di archi e una melodia soft pop straordinaria e una certa tensione blues, tanto che sarà oggetto di numerose cover, tra le quali ricordiamo quella del grande Joe Cocker.

Mystify invece ci porta sulle sponde di Broadway e di certi Queen (quelli tra Crazy little thing called love o Killer queen per intenderci). Il video è stato girato in bianco e nero e mostra gli autori della canzone, Michael Hutchence e Andrew Farriss che iniziano a suonare c una versione strumentale per pianoforte della suddetta Never Tear Us Apart, Il video passa quindi alla registrazione della band e quindi esegue la traccia ad un pubblico dal vivo. Per chi vi scrive il brano preferito del disco, un mix tra sentimento, ironia, ritmo e sensualità.

La title-track è una canzone dettata da tensione e sax, mentre Calling all angels è un altro pezzo pop funky in chiave Prince. Si chiude con i ritmi irresistibili di Tiny daggers.


Non sappiamo poi cosa sia passato per la testa di Michael Hutchence al momento del suo triste suicidio avvenuto il 22 novembre del 1997. Si diceva che soffrisse di depressione, alimentata dall’abuso di alcol e droghe. Sappiamo che anche Paula Yates avesse tentato il suicidio l’anno dopo, per poi essere stroncata da un’overdose di eroina nel 2000. Ma queste vicende tristissime non tolgono la grandezza di una band straordinaria!

Kick è un manifesto anni ’80, un disco pionieristico e avvincente dalla prima all’ultima canzone. Nonostante venne partorito senza tante ambizioni che, al contrario, portarono un successo incredibile ai sei membri della rockband, i quali scalarono le classifiche di tutto il mondo sfornando un singolo dietro l’altro, tant’era l’ottima realizzazione di ogni singolo brano. Agli innumerevoli tour che seguirono arrivò anche il titolo come miglior band live degli anni ’80.