EDITORIALE – Creep è il primo singolo firmato Radiohead. Fu pubblicato nel 1992, ma Thom Yorke lo scrisse nel 1987, quando era ancora uno studente all’Università di Exeter.
Il chitarrista della band Johnny Greenwood ha dichiarato che lo spunto per la canzone è una ragazza che Yorke aveva “seguito” per un pò. La storia racconta infatti di un uomo che cerca di catturare l’attenzione di una donna seguendola ovunque, ma si rende presto conto di non essere all’altezza.
Come ha sintetizzato lo stesso Yorke: “Fuori c’è gente meravigliosa… e poi ci siamo noi”.

Nell’album Pablo Honey, pubblicato il 22 febbraio del 1993, il testo di Creep è in versione integrale. Mentre nell’edizione americana del disco, il testo è stato cambiato in un verso: you are so fucking special diventa you are so very special.
Yorke si è a lungo lamentato di questa censura, dichiarando che così la canzone perdeva quella rabbia che è elemento fondamentale dell’insoddisfazione dell’io narrante.
Creep è molto simile a The Air That I Breeze, un brano degli Hollies scritto da Albert Hammond e Mike Hazelwood nel 1972. Si dice che Yorke si sia volontariamente basato su quel pezzo, tanto da non avere problemi ad accreditare i due sopra citati Hollies come co-autori.
Il primo Paese dove Creep ha scalato le classifiche è stato Israele. Altra curiosità: Thom Yorke ha ammesso di aver ricevuto per anni molte lettere di assassini o delinquenti che si riconoscevano nella canzone.
Le musiche di Creep sono stata utilizzate anche da Vasco Rossi per il brano del 2009 dal titolo Ad Ogni Costo.
Vasco, nell’intervista a TV7 su Rai Uno dell’11 novembre 2009, ha dichiarato che questa canzone è stata ideata in una decina d’anni. Vasco ha spiegato in molte interviste che ha sottoposto il testo a Thom Yorke che ha subito accettato l’utilizzo del brano. È stata inserita nell’album Tracks 2 – Inediti & rarità, uscito il 27 novembre 2009.
Pablo Honey è il disco di esordio dei Radiohead come suddetto. E’ un album che ha in sè le tendenze di gruppi come U2 e Smiths, verso i quali la band inglese traeva ispirazione.
Le canzoni dell’album si muovono tra una calma spirituale e una rabbia esplosiva, veicolando testi intimisti e raffinati, valorizzati dalla voce duttile e allo stesso tempo sofferta di Yorke.
Il titolo dell’album prende il nome da una cassetta contenente una serie di scherzi telefonici ad opera dei Jerky Boys, una band newyorkese. Uno scherzo iniziava con un membro della band che telefonando ad un certo Pablo si fingeva sua madre. Le prime parole erano dunque “Pablo, Honey…” (“Pablo, Tesoro…”). Thom Yorke pensò che “Pablo, honey” fosse un nome adatto per l’album.
In effetti, nonostante i suoi indubbi meriti, Pablo Honey è spesso considerato – sia dalla critica che dal pubblico – come una falsa partenza per quella che si sarebbe presto rivelata una delle formazioni più influenti sulla scena rock tra gli anni novanta e il Duemila.
Difatti, lo stile della band (grazie anche alla collaborazione del produttore Nigel Godrich) si sarebbe presto evoluto in direzione di una maggiore complessità, e già le sonorità del successivo The Bends sono piuttosto lontane da quelle del lavoro d’esordio.
Non è un caso che i Radiohead siano alquanto riluttanti ad eseguire dal vivo le canzoni di Pablo Honey. Da menzionare comunque, oltre Creep, tracce come Anyone Can Play Guitar, Stop Whispering, Blow Out, che con la loro miscela di atmosfere ora tranquille ed ora rumoristiche, contribuiranno al buon successo dell’album.
Nonostante tutto Pablo Honey è comunque considerato come un normale disco alternative rock degli anni 90 anche se, come detto in precedenza, non all’altezza dei lavori successivi del gruppo.
Inoltre You è stato uno dei primi successi tra i fan dei Radiohead ed è una delle pochissime canzoni di Pablo Honey eseguite anche dopo il 1998 (l’ultima esecuzione risale attualmente al 2002). La traccia appare per la prima volta nel loro demo Manic Hedgehog del 1991, per poi essere anche inserita nei successivi EP Drill (1992) e Itch (1994).
La canzone si avvale di una struttura musicale molto rara, i 23/8. Il testo è invece quello di un’ossessiva canzone d’amore. Oggi viene acclamato da critici e fan che hanno considerato “Creep” come la canzone più bella dei Radiohead.
Tra rimandi vari a U2 (Lurgee) e Smiths (I can’t) troneggia l’influenza del brit pop , con chitarre però spesso troppo poco elaborate, in un tentativo shoegaze-low-fi decisamente poco riuscito.
Ecco perché pezzi come il già citato You, Vegetable, Prove yourself non riescono ad appassionare ma anzi procurano un lieve imbarazzo per l’impressione che danno di essere semplici riempitivi.
Ciò non toglie che ci siano anche gioiellini di elevata fattura come la scarna ma romantica e intensa Thinking about you e l’incedere elettrico di Anyone can play guitar, ma soprattutto il singolo che diede al gruppo la sua celebrità: Creep.
Rimangono comunque anche momenti pop rock godibili come How do you?, Stop Whispering, Ripcord mentre discorso a parte merita la finale Blow out che si distacca prepotentemente dal modello brit pop e mette in mostra un eclettismo inaspettato con una geniale miscela tra jazz e shoegaze e un finale psichedelico e distorto che fa pensare a un miscuglio tra Pink Floyd e Kraftwerk.
Che cosa rimane di Pablo Honey trentadue anni dopo? Non certo un capolavoro, né in generale un grande album ma sicuramente un esordio onesto anche se comprensibilmente insicuro. L’impressione è che il gruppo risenta decisamente del clima sonoro di inizio anni ’90 e si muova di conseguenza più o meno consapevolmente tra i confini del brit pop e del grunge sfornando un album decisamente convenzionale per l’epoca. Tutto questo però viene fatto con sufficiente capacità e ne consegue un ascolto tutto sommato piacevole, anche se con pochi picchi memorabili.