#TellMeRock, 28 aprile 1972: l’uomo delle stelle di Bowie e la consacrazione di Ziggy Stardust

EDITORIALE – Per i lettori a vocazione più commerciale, il brano di oggi potrà ricordare la sigla di un celebre programma dal titolo “Meteore”, in cui si celebravano quei personaggi che, solo per pochi o brevi momenti, hanno avuto l’onore di calcare i palcoscenici più importanti della Tv e del cinema.

Si parla di stelle quindi, in un certo senso cadenti, ma “meteora” non lo è di certo la canzone che andremo a celebrare oggi, né tantomeno il poliedrico artista che l’ha composta.

Anzi con Starman, pubblicata Il 28 aprile 1972, il grande David Bowie si elevò a vera divinità del glam rock anni ’70.

La storia di questo brano racconta quanto la genialità del futuro Duca Bianco fosse in espansione, di come la sua idea di teatralità fosse legata a stretto giro con la sua voglia di esplorare le arti comunicative e dell’intrattenimento.

Fin da quando decise di scrivere l’album che avrebbe cambiato la sua esistenza, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, Bowie lo immaginò come una sorta di musical in cui il tema di Starman avrebbe fatto da colonna sonora portante e principale all’intera opera. 

La canzone diede nuova linfa e dettagli al suo personaggio di Ziggy Stardust, contribuendo al alimentarne la fama (quasi come se fosse una sorta di fumetto o super eroe) nelle menti dei giovani ragazzi cresciuti negli anni ’70. Starman fu il primo estratto da quell’album e raccontava la storia dell’ “uomo delle stelle”, colui che per primo in cielo si mise all’ascolto del messaggio proveniente dalla terra e inviato da Ziggy Stardust.

David Bowie in Ziggy Stardust

Nonostante questa canzone sia il manifesto di Ziggy, fu l’ultimo brano ad essere scritto per quell’incredibile album, addirittura su richiesta del capo della RCA Dennis Katz che ordinò a Bowie una canzone da poter utilizzare come singolo estratto dal disco.

Uscimmo dallo studio e in circa un mese David scrisse Starman. Così tornammo in studio a gennaio“, ha raccontato Woody Woodmansey, il batterista originale degli Spiders From Mars, “era ovviamente un singolo! Penso che quando io e Mick salimmo in macchina, dopo che David ce lo fece ascoltare per la prima volta, lo cantammo immediatamente. Lo avevamo sentito solo una volta“.

La leggenda vuole che per scrivere il pezzo, Bowie abbia semplicemente alzato di un’ottava il ritornello di Somewhere over the Rainbow di Judy Garland e lo abbia adattato per il ritornello di Starman. Quando Bowie lo eseguì al Rainbow Theatre nell’agosto del 1972, cantò “there’s a starman, over the rainbow“.

Il 1972 fu l’anno del glam rock, ma anche quello della consacrazione dell’hard rock grazie all’ascesa di band quali i Led Zeppelin, i Black Sabbath e i Deep Purple.

Bowie cercò in tutti i modi di farsi influenzare dall’inarrestabile ascesa del genere glam, e per diventarne “monarca assoluto”, cercò ispirazione in Telegram Sam dei T-Rex e in You Keep Me Hanging On dei Supremes, da cui il Duca Bianco “rubò” l’idea del suono in “codice morse” caratteristico di Starman

Mick Ronson, chitarrista di Bowie scomparso proprio il 29 aprile del 1993, sebbene non sempre abbia ricevuto i dovuti meriti, ha aiutato moltissimo David con gli arrangiamenti delle sue canzoni, così come in Starman. I

l momento in cui tutto cambiò per Ziggy fu quando eseguì il brano per il programma della BBC Top of the Pops.

Quell’esibizione in diretta televisiva diventò tanto importante nella storia del rock quanto l’esibizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show o di Jimi Hendrix a Woodstock.