EDITORIALE – Vendere oltre un milione di copie in piena era e-mule e affini, non è roba da tutti i giorni, eppure è quanto accaduto ai Franz Ferdinand con l’omonimo, magnificato, album d’esordio. Il secondo lavoro, compilato in fretta e furia per ragioni più discografiche artistiche, ha un po’ contrastato le aspettative dei palati più esigenti dell’intellighenzia critica musicale.
Eppure Tonight: Franz Ferdinand, pubblicato il 28 Gennaio 2009, segna la svolta rock – dance del quartetto scozzese, servita in un impeccabile cofanetto dominato dallo scatto black & white della front cover ispirato alle istantanee di Wee Gee, celebre paparazzo di cronaca nera anni ’50.
Dunque “svolta dance” … non che al quartetto fosse mai mancata la componente danzereccia nelle sue precedenti mescolanze, ma con il nuovo album i Franz digitalizzano il loro suono offuscando parzialmente “l’intonazione” vintage che li aveva caratterizzati fino ad allora.
Per la produzione si avvalgono di Dan Carey, già produttore di Emiliana Torrini e remixer di successo per Hot Chip e Sebastien Tellier.
Il primo risultato dell’inedito abbinamento è il singolo Ulysses, lo scheletro della partitura è quello di sempre: le strofe cadenzate e ammiccanti, il bridge (punto di forza del marchio FF) che conduce al ritornello è accattivante quanto il ritornello stesso; è nella nuova veste estetica l’unica novità di rilievo, le spigolosità del passato, per quanto si possa parlare di spigolosità nel caso dei Franz, sono totalmente smussate da una produzione più radiofonica, e l’uso dell’elettronica invade lo spettro sonoro come mai in precedenza.
Chi ha amato Kapranos e soci nella loro versione originale non ha di che preoccuparsi però, già con le seguenti Turn It On e No You Girls la band si rimette in carreggiata con riffetti funk e linee di basso prominenti ispirate al post punk in voga tra il 1978 e il 1984.
Twilight Omens nasconde sotto le chitarre melodie anni sessanta che nella successiva Send Him Away disegnano imprevisti fondali di ghiribizzo rock in perfetto stile West coast.
Live Alone è la scelta giusta scelta per un singolo grazie ad un basso contagioso di chiara reminiscenza dei Clash di The Magnificent Seven
Bite Hard riporta agli albori dell’ondata post punk/garage revival capitanata dagli Strokes, mentre What She Came For è un sano “funkazzeggio” di ottima fattura.
Torna a fare capolino nel finale l’elettronica, quasi otto minuti per Lucid Dreams, un plastic-psychedelia di chitarre pesanti e cavalcate percussive con sintetizzatori di matrice electroclash.
Per i più nostalgici il disco si chiude con Katherine kiss me, una di quelle ballate agrodolci a cui i Franz sono affezionati.
La band scozzese tira fuori un lavoro solido, che resta facilmente in testa senza dire banalità, tanto eclettico da andare da un pastorale voce e acustica, a un velenoso e sensuale funky elettrico senza per questo disunirsi e perdere in coesione interna. La dignità artistica mostrata in “Tonight” è un bello schiaffo in faccia a tutti i detrattori preconcetti.