#TellMeRock: 4 Febbraio 1977: Rumours, e le intemperie emotive dei Fleetwood Mac

EDITORIALE – Quaranta milioni di fan dei Fleetwood Mac non possono avere torto. Tante risultano a oggi, malcontate, le copie vendute di uno degli album di maggiore successo di sempre, tra l’altro portatore sano di ben quattro 45 giri campioni di incassi.

A chi potrebbe far notare che i cimiteri della musica sono pieni di album milionari e pessimi, vien facile ribattere che si, è così, ma non è certo il caso di quello che fu l’undicesimo lavoro in studio di un gruppo di cui, a quel punto, dei fondatori restavano in squadra giusto i componenti meno influenti: la sezione ritmica.

La forza di Rumours, pubblicato il 4 febbraio del 1977, è duplice, quella di un pop rock raffinatissimo, quella dei bordelli sentimentali (i triangoli no, non li avevano considerati) che coinvolgevano eroi ed eroine di questa storia durante la lunga lavorazione.

E’ un album dalle intemperie emotive immortali, un concentrato di rock, blues e testi naif verso cui non si può restare indifferenti, per uno dei gruppi che meglio ha saputo sintetizzare e rimodernare il genere rock nel suo assieme.

Don’t Stop è una delle undici tracce che ha contribuito a fare di Rumours dei Fleetwood Mac uno dei dischi più celebrati della storia e uno degli album più venduti di tutti i tempi. Anche una delle più amate dalla band, tanto che in origine l’album si doveva intitolare Yesterday’s Gone, preso proprio da un verso di Don’t Stop.

Fu scritta nel 1977 da Christine McVie come riflesso alla separazione da John McVie, bassista dei Fleetwood. Era un invito a lasciarsi il passato alle spalle e a guardare sempre avanti, perché il domani è dietro l’angolo e sarà migliore dei giorni andati.

Per una bizzarra e forse unica coincidenza, anche gli altri membri del gruppo erano alle prese con la fine di una storia d’amore: Mike Fleetwood stava divorziando e pure Stevie Nicks e Lindsay Buckingam si erano lasciati e si indirizzavano canzoni come Go Your Own Way e Dreams.

Bill Clinton si appropriò della canzone, facendone l’inno della sua campagna presidenziale nel 1992.Una volta diventato Presidente, convinse i Fleetwood Mac, nel frattempo disciolti,  a rimettersi insieme per cantare Don’t Stop alla cerimonia inaugurale del 1993.

Clinton, inoltre, concluse il suo discorso alla convention democratica del 2000 proprio con parole prese dal suddetto brano.

Scritta da Lindsey Buckingham, Go Your Own Way si presenta come una classica canzone rock con movimentati giri armonici di chitarra e ritmi di batteria. Il testo riflette il complicato rapporto che Buckingham e la sua collega dei Fleetwood Mac Stevie Nicks stavano avendo in quel momento.

Go Your Own Way è considerata forse come la canzone più nota della band e anche la più apprezzata a livello commerciale: toccò infatti il decimo posto della Billboard Hot 100, diventando la hit della top ten del gruppo e il primo nei Paesi Bassi. Lo stesso non si poté dire in Inghilterra, dove nei primi tempi non fu un successo, almeno a livello di vendite, piazzandosi solamente al numero trentotto, ma divenne ugualmente nota grazie anche a numerose pubblicità radiofoniche, che l’hanno gradualmente rilanciata fino a fargli vendere nel corso di circa un anno 200.000 copie.

Dreams canta di una relazione che sta per finire ed è riferita alla storia di Stevie Nicks e alla relazione di lunga data che aveva vissuto con il chitarrista della band, Lindsey Buckingham. La Nicks ha scritto il brano da sola, per cui esprime il suo punto di vista sulla relazione. Nella canzone si sente la chitarra di Lindsey che sembra rispondere a ogni verso cantato da Stevie.

Quindi Lindsey vuole lasciarla e lei non può tenerlo contro la sua volontà. Ma lei gli suggerisce di pensarci molto attentamente. Perché potrebbe non ritrovare mai più una donna come lei. E la sensazione di solitudine potrebbe perseguitarlo per sempre. Ciò è espresso dall’immagine poetica del battito cardiaco che può farlo impazzire:

«Like a heartbeat drives you mad
In the stillness of remembering what you had
And what you lost
And what you had
And what you lost»

(IT)

«Come un battito cardiaco ti fa impazzire
Nella quiete del ricordo di ciò che avevi
E quello che hai perso
E quello che avevi
E quello che hai perso»

Il ritornello menziona i tuoni che arrivano solo quando piove, il che potrebbe avere molti significati: se la pioggia è la fama, il denaro e il successo che sono arrivati nella loro vita come band, i tuoni potrebbero essere gli effetti collaterali di ciò nella loro vita personale (forse a causa delle nuove ragazze che attirano il chitarrista?); oppure potrebbe essere un invito a fare uno sforzo e superare il momento duro della loro relazione perché pioggia e tuoni sono eventi naturali che capitano di tanto in tanto. Tuttavia, la prima interpretazione sembra calzare meglio, perché le righe successive parlano di un “giocatore”, che potrebbe essere il modo in cui Stevie chiama Lindsey, accusandola di amarla solo per gioco, come parte del ruolo all’interno della carriera musicale. E le donne che vanno e vengono potrebbero essere un riferimento ad altre ragazze da cui Lindsey è attratto.

Rumours esce il 4 febbraio 1977 negli Stati Uniti e una settimana più tardi nel Regno Unito.  La copertina è una foto con Mick Fleetwood e Stevie Nicks, quest’ultima indossa il suo vestito di scena da Rhiannon (la strega gallese dell’omonima canzone sul precedente album), sul retro di copertina c’è un montaggio di ritratti della band; tutte le fotografie sono scattate da Herbert Worthington. Il 28 febbraio 1977 i Fleetwood Mac iniziano un lungo tour promozionale di sette mesi negli Stati Uniti.

Un’alchimia di stili e personalità, quella raggiunta in Rumours, capace di generare focosi giardini delle delizie, lenzuola intrise di umidi incantesimi pop, stregonerie produttive in cui la West Coast esorcizza i suoi fantasmi e celebra una nuova, “lubrificata” economia di linguaggio. Un documento capace di parlare al proprio tempo – quello del boom della disco, delle copule “cybertroniche” di Donna Summer su “I Feel Love”, del punk “Made in USA” che lentamente traslocava in Inghilterra – prendendone le distanze, e porsi così nell’invidiabile posizione di “classico”. E poi c’è il sottinteso fattuale a insaporire il soffritto di svenevolezze da soap opera: riecco il Peeping Tom” latente in ciascuno di noi a godersi la mise en scène del dolore, a spiare dal buco della serratura la fine di ben tre relazioni sentimentali (il fidanzamento fra la Nicks e Buckingham, il matrimonio di Fleetwood, quello fra John e Christine McVie), con i cantanti che si mandano vicendevolmente a quel paese, o meditano, insonni, sul loro futuro. Una ciurma di spiriti alla deriva, occupati a fare sci su piste di coca e scambiarsi pettegolezzi – le “second hand news” citate in apertura – da milionari disperati (della serie: “Anche i ricchi piangono…”). C’era materiale umano a sufficienza per costruirci un reality, se all’epoca qualcuno avesse avuto l’intuizione.

Peculiare, fra le tante peculiarità, il trattamento sulle voci: quelle di Nicks e Buckingham sono ulteriormente alzate di tono, laddove il contralto della McVie viene reso ancor più grave e ambiguamente “maschile”. Il risultato è una confusione di gender che si sposa a meraviglia con le premesse “mimetiche” di partenza, ossia raccattare il vecchiume sunshine-pop e folk-rock, trasportarlo in laboratorio, e lì scomporlo e ricomporlo alla luce del Delta blues, le armonie vocali della Frisco Bay e le infinite possibilità manipolatorie dello studio d’incisione; in ultimo, confonderne le origini, trasfigurarne “lombrosianamente” i tratti somatici, creare nuova musica.

Come il gruppo sia riuscito a trasformare cotanto stato confusionale in fruttifera messe di genio, resta uno dei grandi misteri della musica; uno dei motivi per cui l’amiamo, aggiungerei. Eh sì, perché ogni dettaglio, in Rumours”, pare sempiterno, a partire dalla copertina con la posa equivoca di Fleetwood e Nicks (guarda caso, in quel periodo i due avevano iniziato una relazione all’insaputa degli altri membri della band), fino al suo sound stratificato, curato al millimetro, frutto d’infiniti ritocchi e certosini accorgimenti in sede di registrazione.

Secondo Nicks, dopo aver eseguito per lo più canzoni da Rumours durante i concerti, la band incontra scarso riscontro da parte dei fan che non sono abituati al nuovo materiale. Seguirà poi una breve tournée europea in Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e Germania nel mese di aprile.

Pubblicità