EDITORIALE – Si può immaginare un esordio migliore di una band che non sia Appetite for Destruction dei Guns N’ Roses? Procedendo per fasi: esordire all’interno di un panorama musicale – specie se in uno vasto come quello della musica del secolo scorso – non è mai semplice. Così come non è mai semplice realizzare un album superando le aspettative e realizzando un prodotto qualitativamente impeccabile. E, scendendo ancor più nel dettaglio e guardando alla prima canzone del primo album in studio, Welcome to the Jungle è praticamente perfetta.
La storia che ha portato alla nascita di Welcome to the Jungle, pubblicata come singolo il 4 ottobre del 1987, è conosciuta dalla maggior parte dei fan dei Guns N’ Roses e non solo. Tuttavia, è un qualcosa di così tanto spettacolare e incredibile che raccontarla fa sempre bene.
Per narrarla, bisogna tornare indietro nel tempo e arrivare fino al 1980. Axl Rose proveniva direttamente dall’Indiana e si trovava a Seattle con un suo amico, con il quale stava passeggiando all’interno della città statunitense. Per quanto leggendaria possa sembrare la seguente storia, non c’è nulla di fantastico che si sia unito al reale. Un barbone fermò i due, e voleva intimorirli. Per questo motivo, iniziò a urlare: «Sai dove sei? Sei nella giungla, piccola! E morirai!». Ora, non sappiamo se Axl Rose reagì ridendo, intimorito o in qualsiasi altro modo. Fatto sta che uno dei capolavori più belli e celebri dell’intera discografia dell’hard rock band statunitense nacque proprio a seguito di quell’avvenimento.
Ne abbiamo parlato precedentemente, e questa considerazione meritava un proprio piccolo spazio. Per quanto la storia possa sembrare divertente e fantasiosa, racconta di un qualcosa di importante: il talento. La capacità di captare la realtà attraverso occhi e orecchie differenti. Trasformare in oro qualsiasi occasione non è da tutti. Insomma, statisticamente parlando, la maggior parte di coloro che si son trovati di fronte al barbone avrebbero reagito in qualsiasi altro modo che non fosse scrivere una canzone.
Ed è proprio ciò che distingue il talento, in ogni ambito: ogni occasione reale, ogni avvenimento, è uno spunto importante per la propria arte. L’ha capito De Andrè, volendo fare un parallelo italiano forse non o troppo ardito, che ha portato in musica realtà come la povertà e la prostituzione, troppo spesso guardate più con disgusto che in qualsiasi altro modo.
Insomma: è la traccia di apertura di un album spettacolare. Una canzone il cui clima fa subito capire ciò a cui si asssiterà per tutta la durata del disco: l’esplosività, il dinamisco e la bella musica. Welcome to the Jungle dimostra che il talento è in grado di trasformare in oro qualsiasi occasione.